L’ultima proposta di Confindustria, lanciata ieri al consueto meeting annuale di Capri, è il «Patto di fabbrica»: l’ha proposto il presidente Vincenzo Boccia. «Noi siamo pronti a confrontarci, pronti ad un patto per la fabbrica – ha detto Boccia – Serve un patto per la crescita, per l’industria e per combattere le disuguaglianze».

Il patto potrà poi essere allargato a imprese e sindacati tedeschi, dopo il percorso che hanno già fatto le due associazioni degli industriali fino al documento comune inviato nei giorni scorsi a Matteo Renzo e Angela Merkel.

Fredda, per quanto non ostile, la replica dei tre leader sindacali, tutti presenti alla due giorni di Capri: «Ha ragione Boccia quando dice che non bisogna deligittimarsi l’un l’altro – dice la segretaria Cgil Susanna Camusso – anche per questo rinnovare i contratti è essenziale. La riduzione delle diseguaglianze non può essere rinviata a tempi migliori».

Per Annamaria Furlan (Cisl), «la Cisl è pronta al confronto  per un patto per la crescita e nuove relazioni industriali: servono accordi e non slogan per aiutare i giovani».

Carmelo Barbagallo (Uil) sceglie di rispondere via Twitter: «Patto della Fabbrica, d’accordo con Boccia», ma, avverte, «bisogna rinnovare i contratti in scadenza per non delegittimare reciprocamente il nostro ruolo».