Che meraviglia, c’è il royal wedding! Il discendente degli zar sposa la sua principessa italiana. L’ultimo dei Romanov fa rivivere alla Russia le nozze reali, 113 anni dopo che i bolscevichi trucidarono Nicola II e famiglia. Cattedrale di San Pietroburgo pavesata a festa, guardia d’onore con spade alzate, 1.500 invitati, una cinquantina di teste coronate….

Che meraviglia, c’è il royal wedding. E ogni tg si immerge nel fasto dei preti ortodossi coperti d’oro, la stampa scritta vi si lancia – quella italiana come tutte le altre – celebrando le fedi di Fabergé, la tiara del francese Chaumet («il gioielliere ufficiale di Giuseppina Bonaparte», Corriere della sera), «l’aquila imperiale ricamata in oro sul lungo strascico» (Il Messaggero), «alla presenza della nobiltà di mezza Europa» (Il Riformista).
Tutto giusto, il sangue – anche blu – fa vendere i giornali. Non saranno gli imbattibili Carlo e Diana, e nemmeno sono davvero zar (i titoli nobiliari hanno fatto una finaccia, in Russia molto prima che in Italia, e poi un altro ramo Romanov li contesta). Ma la favola romantica di Grigoryi Mihailovic Romanov e Rebecca Romanovna née Bettarini ha bucato il video. Auguri e figli maschi.

IL FATTO È che dietro la favola c’è il tentativo di rientrare nella vita pubblica del paese, trent’anni dopo la fine del comunismo sovietico. Un nuovo corso legale per la dinastia e i suoi numerosi amici – e tra questi ci sono Vladimir Putin, un certo numero di affaristi dal nome pesante e la iper-conservatrice chiesa ortodossa russa.

 

Il gran duca Kirill Vladimirovich Romanov, nonno di George Romanov, cugino di Nicola I, l’ultimo imperatore di Russia

 

Nel 2013, a 400 anni dall’ascesa al trono dei Romanov, il granduca Grigoryi creò una fondazione, di cui venne fatta direttrice l’allora fidanzata italiana Rebecca Bettarini – che nel frattempo si è convertita alla fede ortodossa e ha cambiato nome in Victoria Romanovna, libera traduzione in Roman del nome del padre, l’ambasciatore italiano Roberto Bettarini. La fondazione si chiama Russian Imperial Foundation, e sul sito web campeggia l’aquila imperiale. «In linea con la tradizione storica di beneficenza della Dinastia Imperiale Russa, il nostro scopo è aiutare chi è in difficili situazioni (…) con il supporto della Chiesa Ortodossa Russa e l’alto patronato del Governo della Federazione Russa». A parte che la tradizione imperiale russa era più orientata alla deportazione che alla beneficenza, la Imperial Foundation non è un’attività minore dei nuovi Romanov.

Per capirsi, l’agenzia di stampa internazionale Reuters è stata provvista in anticipo di foto della reale coppia: in piedi, seduti, con cagnetto che sembrerebbe un cavalier king (e figurarsi se non era king anche il cane), sul balcone con San Basilio sullo sfondo… Le immagini sono state inviate proprio dalla Russian Imperial Foundation.

TRA I PARTNER della fondazione (tre in tutto) citati sul sito web, insieme alla Fao si trova Tsargrad Tv. È una televisione russa conservatrice, filo-ortodossa e naturalmente putiniana, lanciata nel 2015 da Konstantin Malofeev e dal suo gruppo Tsargrad («città imperiale», tanto per cambiare). È nota per i suoi teorici del complotto e gli analisti di estrema destra. Ma soprattutto, Malofeev – in prima fila al matrimonio – è noto per essere sottoposto a sanzioni da Usa e Unione europea dal 2014, in quanto finanziatore di gruppi paramilitari in Ucraina. Nella regione mineraria del Donbass che Mosca contende a Kiev, Malofeev è accusato di aver pagato i mercenari filorussi che hanno sanguinosamente combattuto contro gli ucraini.

E SE L’AUTENTICO ZAR, Vladimir Putin, non ha partecipato alle nozze Romanov (ma ci ha mandato la portavoce del ministero degli Esteri), un favore gliel’ha fatto: gli ha prestato il cuoco. È un curioso, potente personaggio. Si chiama Yevgeny Prigozhin, a San Pietroburgo – ancora Leningrado – ha fatto un po’ di anni di galera per rapina, poi ha messo su un banco di salsicce, da qui a un ristorante e poi a un altro di lusso in cui Putin portò a cena il premier giapponese Yoshiro Mori.

Dopo questo incontro di vent’anni fa Prigozhin è diventato il fornitore dei catering del Cremlino. E ora anche delle nozze Romanov. Prigozhin non è sottoposto a sanzioni: è proprio ricercato dal Fbi, da quest’anno è nella lista wanted. L’accusa: essere il vero proprietario della troll factory russa che si insinuò nelle presidenziali americane del 2016 e, a furia di menzogne sui social media, spostò voti sul vincitore gradito a Mosca, cioé Donald Trump.

IL NEO-OLIGARCA inoltre invia cibo in Africa, cibo che viaggia insieme a “consulenti” russi e ne favorisce la penetrazione. Il terzo partner della Imperial Foundation dell’arciduca è una cosa chiamata Global Foodbanking Network. Distribuisce cibo a paesi in difficoltà.

E poi c’è la chiesa ortodossa russa che ha celebrato con entusiasmo le nozze Romanov e che aveva canonizzato Nicola II e familiari già nel 2000 come «martiri della fede», ben prima che lo stato li riabilitasse nel 2008 come «vittime di violenza». Il patriarca Kirill e il suo top diplomatico, il metropolita Hilarion, hanno trascorso anni creando e coccolando la destra nostalgica russa – e anche la destra americana, in funzione anti-secolare: dopo numerose missioni di Hilarion negli Stati uniti, la grande comunità ortodossa americana ha votato in massa per Trump.
Comunque, il granduca Grigoryi si è sposato in grande stile. La moglie Rebecca-Victoria, già lobbysta a Bruxelles, ha anche un altro nome, Georgina Perosch, con cui firma thriller: li pensa, li scrive e li pubblica anche, tutto da sola. Il primo, La dea della bellezza, è su una miss Venezuela che viene arruolata dalla Cia per uccidere il suo presidente…

CHISSÀ SE lo tsarevich ricorda che deve parte dei soldi di famiglia non al bis-bisnonno Romanov (un cugino dello zar che riuscì a scappare) o ai propri sforzi nel gigante minerario russo Norisk Nickel, ma a un ricchissimo protestante della Pennsylvania, Sumner Moore Kirby, che litigò col padre magnate e si trasferì negli anni Venti a Parigi, all’epoca zeppa di nobili russi colti, fuggiaschi e spiantati. Mr Kirby sposò una di loro, la principessa Leonida Romanov. Vent’anni dopo fu catturato dalla Gestapo mentre aiutava il maquis francese: fu ucciso a Buchenwald il giorno prima della liberazione. Ma la figlia di quel (breve) matrimonio ereditò, e di generazione in generazione quei soldi arrivarono all’attuale granduca Grigoryi, con i suoi nostalgici amici.

Ma che meraviglia, c’era il royal wedding.