La lunga e complessa partita a scacchi intorno alla designazione del candidato alla vicepresidenza del Brasile in coppia con Lula è giunta a conclusione.

La scelta è caduta per ora su Fernando Haddad, il coordinatore del programma di governo del Pt, ma una volta definita, dopo il 15 agosto, l’ammissibilità o meno della candidatura dell’ex presidente, sarà Manuela D’Ávila, la giovane leader del PC do B (Partito comunista del Brasile) ad affiancare Lula – o, più probabilmente, Haddad, a seconda della decisione del Tribunale Supremo Elettorale.

E, con ciò, il piano B del Pt, che si era sempre rifiutato di considerare l’ipotesi di un candidato sostitutivo per non legittimare la persecuzione giudiziaria ai danni di Lula, si è imposto da sé: se la candidatura dell’ex presidente sarà respinta a causa della legge Ficha Limpa (che proibisce ai condannati in secondo grado di presentarsi alle elezioni, ma sospende l’ineleggibilità in presenza di ricorsi «plausibili»), a prendere il suo posto sarà appunto il coordinatore della sua campagna elettorale, già sindaco di São Paulo (ma sconfitto dal socialdemocratico Doria alle elezioni del 2016) e ministro dell’Educazione nei governi di Lula e di Dilma Rousseff.

Una decisione che, se sposta l’asse delle alleanze più a sinistra, rassicurando i movimenti del Fronte Brasile Popolare, non ha potuto garantire la tanto anelata – ma di fatto impossibile – unione delle forze progressiste: il Psol presenterà come proprio candidato l’astro nascente della sinistra brasiliana Guilherme Boulos, affiancato da Sônia Guajajara, la prima indigena nella storia del Paese a concorrere, sia pure come vice (ma in realtà come co-presidente), alle elezioni presidenziali.

E lo stesso farà il Pdt (Partito Democratico Laburista), che, dopo non pochi colpi bassi scambiati con il Pt, candiderà Ciro Gomes, che con il suo 7% di intenzioni di voto contro il 2% di Haddad e l’1% di Manuela (nei poco incoraggianti sondaggi precedenti alle designazioni ufficiali) avrebbe di sicuro accettato la vicepresidenza in coppia con Lula (in quanto sicuro di subentrargli), ma non con Haddad, come avrebbe voluto l’ex presidente, non disposto a cedere il governo a un candidato estraneo al Pt.

«La candidatura di Lula – ha spiegato la presidente del Pt Gleisi Hoffman – sarà registrata il 15 agosto», con l’accompagnamento di una grande marcia verso Brasilia, dal 10 al 15, promossa dal Movimento dei Senza Terra e dal Fronte Brasile Popolare, e nel frattempo «Haddad e Manuela porteranno avanti la sua campagna» per rendere, secondo l’annuncio comparso sulle reti sociali, #OBrasilFelizDeNovo.

Dal lato delle destre, che di certo farebbero del Brasile un Paese tutt’altro che felice, i principali candidati saranno il neoliberista Geraldo Alckmin del Psdb, sostenuto dai banchieri e dai mezzi di comunicazione, e il filo fascista Jair Bolsonaro, che come vice ha scelto nientedimeno che il generale di riserva Antônio Mourão, lo stesso che aveva evocato la possibilità di un intervento militare «per spazzare via la corruzione dal Paese».