Ha provocato un comprensibile, metaforico terremoto l’ipotesi di un taglio complessivo di 26mila posizioni, pari a 22mila a tempo pieno, nella galassia Lufthansa. Il titolo della compagnia alla borsa di Francoforte ieri ha ceduto il 10%. E sul fronte politico i Verdi e la Linke, dall’opposizione, hanno chiesto al governo di Angela Merkel di riaprire un tavolo di confronto, dopo l’approvazione del piano di salvataggio da circa 9 miliardi di euro che vedrebbe il governo tedesco diventare primo azionista del gruppo, con almeno il 20% del capitale. Un piano che gli azionisti della compagnia dovranno valutare in un cda straordinario, fissato per il 25 giugno.
Solo la settimana scorsa, in occasione della presentazione dei dati di bilancio del primo trimestre dell’anno, il numero uno di Lufthansa, Carsten Spohr, aveva parlato di “10 mila dipendenti di troppo”, visto che per effetto del coronavirus la flotta aerea era rimasta per il 90% bloccata a terra, e i conti dei primi tre mesi del 2020 avevano mostrato perdite per oltre due miliardi. Nell’incontro di mercoledì con il sindacato tedesco dei naviganti Ufo però il numero dei potenziali esuberi è più che raddoppiato: “Avremo 22mila posti di lavoro a tempo pieno in meno all’interno del gruppo, di cui la metà in Germania”, ha anticipato la compagnia, aggiungendo di voler evitare per quanto possibile licenziamenti. In altre parole, puntando ad accordi negoziati e alla formula della “disoccupazione parziale”, una sorta di cassa integrazione.
Lufthansa, che possiede anche le compagnie aeree europee Swiss, Austrian, Brussel Airlines, Eurowings e Air Dolomiti, impiega 135mila dipendenti, di volo e di terra, in tutto il mondo. Dunque il taglio riguarderebbe il 16% della sua forza lavoro. Entro settembre la compagnia intende tornare a servire il 90% delle sue destinazioni a breve e medio raggio, e il 70% delle sue rotte a lungo raggio. Al tempo stesso Austrian riprenderà dal primo luglio i voli a lungo raggio per la prima volta da metà marzo, Swiss prevede di tornare a garantire l’85% delle tratte entro l’autunno, mentre Eurowings punta a tornare a coprire l’80% delle destinazioni in estate. Ma secondo le stime dell’azienda la domanda complessiva nel traffico aereo si riprenderà molto lentamente, tanto da progettare di lasciare a terra una buona parte dei 763 aeromobili della flotta. Un’analisi condivisa dalla Iata, l’associazione internazionale dei vettori, che prevede una crisi lunga altri due anni e ricavi in calo del 50%.
L’obiettivo della compagnia sarebbe quello di raggiungere un accordo con le organizzazioni sindacali prima del 25 giugno, data dell’assemblea dei soci. Per quel giorno Lufthansa sarà già fuori dalla borsa di Francoforte. Di qui, secondo gli addetti ai lavori, il drastico piano di risparmi per rispettare le condizioni del piano di salvataggio, sul quale è attesa la decisione della Commissione europea, ma anche potenzialmente per poter ripagare rapidamente il debito.