L’Italia ieri ha vissuto una giornata di tensione sul fronte dell’immigrazione: una rivolta delle persone segregate nel Cie di Gradisca, 20 minori scomparsi dal centro richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, altri venti tra gli immigrati sbarcati a Catania scappati dalla scuola dove erano stati alloggiati, mentre i loro sei connazionali morti venivano identificati come egiziani, e ultimo ma non ultimo l’appello con cui il commissario europeo Cecilia Malmstrom risponde di fatto alle parole pronunciate domenica dal premier Enrico Letta.

Dopo la tragedia di Catania, il presidente del consiglio, sottolineando che «l’Italia non ha mai fatto mancare l’accoglienza», aveva affermato che comunque il nostro Paese «pretende che l’Europa affronti con un altro passo questo tema, non più affrontabile con modalità casuali». Perché, aveva aggiunto, «il dramma del fenomeno migratorio è tragicamente strutturale e serve un approccio diverso, serve una strategia europea di lungo periodo». «Una politica migratoria efficace deve basarsi sulla condivisione di responsabilità e vera solidarietà, che troppo spesso mancano», ha ribattuto il commissario Ue per gli Affari interni Malmstrom, tramite il suo portavoce Michele Cercone. La Commissione, ha aggiunto Cercone, «ha investito una seria quantità di tempo, energia e finanziamenti per gli stati membri sotto pressione». Ma l’immigrazione irregolare non può essere affrontata «in modo isolato». E se si vuole «ridurre la perdita di vite nel Mediterraneo», secondo Malmstrom «è essenziale migliorare il nostro dialogo e la nostra cooperazione con i Paesi del Nord Africa».

Per Maurizio Gasparri, tutto ciò è solo «buonismo» che «genera stragi», «demagogia che incoraggia viaggi e tragedie». Il vice presidente del Senato bolla invece come «vergognosa» «l’inerzia europea», incapace a suo dire di «ripetere le ottime intese del governo Berlusconi» con i governi nord africani «che avevano azzerato le partenze». Da posizione diametralmente opposta, invece, Luigi Manconi, presidente della commissione diritti umani del Senato, scrive a Letta invitandolo a recarsi «a Bruxelles per esigere l’applicazione immediata della direttiva del 2001 che impone, di fronte a conflitti ed emergenze umanitarie, uno sforzo comune a tutti gli stati membri dell’Unione per accogliere profughi e sfollati e concedere loro protezione temporanea». Manconi condivide le parole di Letta anche se ricorda che «l’Italia accoglie un numero di rifugiati estremamente più ridotto rispetto a Francia, Germania, Inghilterra». Ma insiste: il premier si rechi in Sicilia «per affermare solennemente che la nostra politica non è quella dei respingimenti?» e si operi per consentire un corridoio umanitario dall’Egitto e dalla Siria che è la sola «via di scampo per le vittime».

Intanto ieri, dopo l’identificazione, i corpi dei sei immigrati affogati sabato mattina davanti alla spiaggia di Catania sono stati approntati per il viaggio di ritorno in Egitto, dove saranno sepolti. Rimpatriati dall’aeroporto di Lamezia Terme anche altri 45 egiziani – vivi – degli 80 giunti a Monasterace a bordo di un barcone che si è capovolto in mare a pochi metri dalla riva. In 20, invece, tra le 92 persone che sabato erano riuscite a raggiungere la spiaggia di Catania, sono fuggiti dalla scuola dove erano rinchiusi in attesa di identificazione.

A Gradisca d’Isonzo, invece, decine di immigrati sono saliti sul tetto del Cie per richiamare l’attenzione sulla loro posizione e sulle attuali – insensate – leggi italiane sull’immigrazione. La rivolta è rientrata in giornata.

Ancora nessuna traccia invece dei 20 minori non accompagnati che sono scomparsi dal centro asilanti di Capo Rizzuto. «Che certezze abbiamo che si sia trattato di un allontanamento spontaneo? Dove possono essere andati soli e senza mezzi?», si chiede il garante dell’Infanzia della regione Calabria, Marilina Intrieri, che denuncia «i gravi ritardi da parte delle istituzioni nell’ accoglienza dei minori che giungono con gli sbarchi sulle coste calabresi».