L’Unione europea prova ad alzare la voce contro i paesi che si rifiutano di accogliere migranti dall’Italia e dalla Grecia. La Commissione europea ha avviato ieri una procedura di infrazione nei confronti di Ungheria, Polonia e repubblica Ceca, tre irriducibili oppositori delle politiche europee sull’immigrazione. In 21 mesi Budapest e Varsavia non hanno accolto neanche un migrante, mentre Praga solo 12.

Ad annunciare l’iniziativa politica, che verrà ufficializzata oggi, è stato ieri il commissario europeo all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos augurandosi che alla fine possa prevalere lo «spirito di solidarietà» tra stati membri. Puro ottimismo, a giudicare dalle reazioni dei tre paesi. Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha parlato di «puro ricatto» e di «atto antieuropeo», mentre il premier ceco Bouhslav Sobotka si è dichiarato pronto «a difendere» la posizione «nelle aule giudiziarie». Per il presidente polacco Andrzej Duda, infine, il provvedimento è «uno sbaglio». Finora sono circa 20mila i migranti ricollocati da Italia e Grecia sui 98.255 previsti entro fine settembre. A Roma Bruxelles chiede «maggiori sforzi per assicurare il ricollocamento di tutti i richiedenti asilo candidabili».