La scorsa notte la Commissione Europea ha deciso di ritirare da Mosca «per consultazioni» l’ambasciatore dell’Ue in Russia Marcus Ederer, una decisione presa dopo le pressioni del governo britannico che accusa il Cremlino di essere dietro l’avvelenamento di Sergey Skripal, un ex-agente russo passato al MI5.

UNA DECISIONE definita «simbolica» ma che lascerà degli strascichi. Secondo l’agenzia Tass, che cita una propria fonte, durante la plenaria di oltre cinque ore ci sarebbe stata «l’opposizione di Italia, Grecia, Cipro e Slovacchia» alla decisione.

Tuttavia malgrado le perplessità di questi paesi, che continuano a chiedere di aver prove sul coinvolgimento russo nell’attentato, la maggioranza degli stati dell’Unione sono decisi a una prova di forza con Putin. E già in tarda mattinata Repubblica Ceca e Polonia battevano i tamburi di guerra: «Siamo pronti a ritirare i nostri diplomatici da Mosca» tuonavano i capi di Stato dei due paesi, mentre la posizione di Germania e Francia sembrava più defilata.

E INVECE nel tardo pomeriggio arrivava la doccia fredda per Mosca. Il cancelliere tedesco Angela Merkel in una conferenza stampa congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron sosteneva che «Teresa May ci ha presentato alcune prove» sul coinvolgimento russo. Il cancelliere tedesco ha anche sottolineato che Berlino e Parigi «seguiranno da vicino» le indagini degli esperti dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ma si è anche dichiarata convinta che «le prove fornite siano molto convincenti». Di quali prove e del perché non siano state rese disponibili all’opinione pubblica però nessuna parola.

PAROLE DURE anche dal presidente francese. Secondo Macron: «l’avvelenamento Skripal è un duro colpo alla sovranità dei paesi europei. E le autorità francesi annunceranno presto quali misure saranno prese in relazione alla situazione che è sorta». «Noi, Germania e Francia, siamo unanimi nel ritenere che sia necessaria una reazione oltre al richiamo dell’ambasciatore Ederer», ha poi concluso lo stesso Macron.

Mosca per ora si limita ad esprimere «rammarico» ma è evidente che dove possa condurre questa crisi ormai nessuno lo sa.