Il fondatore dell’ong catalana Proactiva Open Arms, Òscar Camps, dedica a il manifesto qualche minuto mentre la nave della sua organizzazione è per l’ottavo giorno senza un porto di sbarco per i 121 naufraghi a bordo. Camps mantiene la serenità: «Resisteremo». Open Arms nasce con la crisi dei rifugiati a Lesbo. L’Italia ha appena approvato una legge draconiana proprio contro le ong, con multe e penalizzazioni elevatissime.

Che ne pensa del dl Sicurezza bis?
Per quanto lo desideri, un governo non può cambiare il diritto del mare e le convenzioni internazionali come gli pare. Certo, può approvare leggi e perseguitare tutto quello che vuole, ma non può inventarsi regole che non sono applicabili. Tutto questo mi ricorda quando nel 2017 l’allora ministro Minniti ci costrinse a firmare il codice di comportamento, che secondo lui metteva ordine nel «caos» del Mediterraneo, come se le associazioni potessero fare quello che vogliono e non obbedissero invece alle decisioni della Guardia costiera, che coordina questo tipo di azioni. Era semplicemente una mossa elettoralistica e mi sembra che oggi sia la stessa cosa. Salvini deve fare vedere che sta facendo qualcosa. Tra qualche anno si vergognerà del provvedimento.

Se ne vergognerà lui o il 40% degli italiani che lo appoggiano?
Quelli che lo appoggiano non ammetteranno di averlo fatto. È di una bassezza morale inaudita prevedere multe per le ong che salvano le vite umane quando non è in corso alcun tipo di operazione, né militare né civile, di salvataggio. Piuttosto, a me sembra una chiara strategia diversiva per non parlare della recessione economica, della criminalità organizzata, degli interessi petroliferi in Libia o dei 65 milioni di dollari russi della Lega. Quattordicimila morti in mare mi sembra una cifra abbastanza vergognosa perché i politici la prendano sul serio. In fondo siamo quattro nerd di Badalona su una barca prestata. Non è possibile che mettiamo in scacco un intero paese, è ridicolo.

Avete in mente di entrare in Italia illegalmente come Carola Rackete?
Esattamente come la capitana tedesca, noi non abbiamo premeditato nessuna entrata nelle acque territoriali italiane. Stiamo cercando di ottenere l’autorizzazione all’attracco utilizzando ogni via legale a disposizione. La richiesta al Tribunale dei minori, ma anche il contatto con leader europei come Merkel, Macron e Sánchez. Purtroppo sembra che l’Unione europea sia in vacanza.

Il governo Sánchez non sembra vi stia trattando meglio del governo italiano.
Hanno minacciato di farci delle multe e di restringere il nostro diritto alla navigazione. Ma vedremo se possono davvero farlo, il contenuto del decreto del ministero dei Trasporti spagnolo secondo noi non si applica in casi di emergenza. D’altra parte è molto contraddittorio che il ministero degli Esteri spagnolo dica sulla sua pagina web che sconsiglia agli spagnoli di andare in Libia e poi il ministro degli Esteri Borrell ci dica di riportare lì i migranti.

Crede che si troverà una soluzione per i 121 a bordo della vostra nave?
Dalle elezioni dell’anno scorso in Italia abbiamo avuto più problemi. Ma non c’è stato un solo caso che alla fine non sia stato risolto. Anche questo lo sarà. Solo che se davvero ci vogliono due settimane perché i 28 leader della Ue prendano una decisione come questa, non oso immaginare quanto ci vorrà per qualsiasi altro problema.

Siete una barchetta nel Mediterraneo, avete contro tutti i governi. Come pensate di vincere la battaglia?
Non si tratta di vincere, non ho la responsabilità di salvare il mondo. Dobbiamo solo resistere. E lo dobbiamo fare perché siamo una risposta cittadina per cambiare le cose, come l’acqua che inizia a bollire dal basso. Non tutta l’Italia è Salvini, non tutta la Spagna è Sánchez. Milioni di persone ci appoggiano, forse persino più dei 9 milioni di voti di Salvini. Vogliamo che i politici si vergognino di questa situazione e si prendano le loro responsabilità. Il caso di Carola ha fatto il giro del mondo. Dobbiamo rendere mediatico questo conflitto.

Chi vi appoggia?
C’è tutta una rete di cittadini che si oppone all’inazione deliberata della classe politica sui diritti umani. C’è un’alleanza di 12 città (fra cui Milano, Napoli, Bologna, Palermo ma anche Berlino, Barcellona e Valencia) che fa pressione sui governi. Dobbiamo umanizzare quello che stanno disumanizzando. E mettere al centro del dibattito la Terza guerra mondiale.

La terza guerra mondiale?
È una guerra contro i diritti umani e contro i poveri. Perché gli immigranti sono solo i poveri, non i ricchi.