Alle 19.41 le luci si sono accese, una dopo l’altra, nelle oltre cento piazze italiane che ieri hanno voluto ricordare Giulio Regeni e ribadire la richiesta di verità e giustizia. A tre anni dal sequestro del giovane ricercatore al Cairo (il suo corpo, martoriato dalle torture, sarà ritrovato il 3 febbraio), in migliaia hanno tenuto accesa una fiaccola, simbolo dell’attenzione che non cala.

A Milano l’appuntamento è stato Piazza della Scala, a Bologna le Due Torri, a Roma a Montecitorio. Poco prima Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, tra i promotori dell’iniziativa nazionale, ha parlato alla Stampa estera: «Se arriva il quarto anniversario senza la verità sarà un fatto imperdonabile, una macchia sulla storia delle istituzioni di questo paese. E mi auguro che quei tentativi nelle istituzioni italiane, penso al presidente della Camera Roberto Fico, alla fine riescano ad avere qualche capacità».

Lo stesso Fico ha parlato ieri, prima di raggiungere il paese natale di Giulio, Fiumicello, dove alla fiaccolata è seguita una serata di pensieri e parole, alla presenza dell’on. Manconi, di Beppe Giulietti, di attori e cantanti e soprattutto della famiglia.

«L’Egitto non ha voluto concedere niente all’Italia. Chi non si arrende mai non sarà mai sconfitto», ha detto Fico. Che poi, da Fiumicello, ha aggiunto: «Nel momento in cui c’è uno stallo perenne, vanno rivisti anche gli investimenti economici». Altrettanta attenzione non è stata manifestata dai due ministri «quasi premier» del governo: Salvini e Di Maio non hanno scritto una riga. Lo ha fatto il primo ministro Giuseppe Conte che ha ribadito l’impegno del governo a raggiungere la verità.

Posizione che sbatte con l’assenza di misure concrete e, al contrario, un costante rafforzamento dei rapporti con uno dei più brutali regimi del mondo. Contro quel regime si sono di nuovo accese le fiaccole dei cittadini italiani, che hanno illuminato le piazze italiane come i social, pieni ieri di foto e video delle 100 iniziative.