Da fenomeno di nicchia a moloch tritatutto che nelle ultime stagioni ha travolto classifiche, messo ai margini il pop nazionale, monopolizzato l’ascolto delle radio a colpi di centinaia di migliaia di stream. Il rap tricolore avanza con il sostegno di talent, web attraverso un ricambio generazionale velocissimo. Seguire le uscite discografiche che si susseguono a cadenza quasi quotidiana, diventa una mission impossibile. Così fra star quindicenni o appena maggiorenni, Giulio Elia Sabatello, in arte Lowlow, 28 anni, rischia quasi di fare la parte del dinosauro. In realtà il rapper capitolino nanaturalizzato milanese, attivo da un decennio mantiene un discreto seguito di fan. Ha percorso tutte le tappe: partecipando prima sotto lo pseudonimo di Poeta Incazzato, a varie battle di freestyle in giro per l’Italia e affermandosi da subito nella scena. Nel 2011 pubblica con Honiro il mixtape Metriche volume 1 che vede le collaborazioni, tra gli altri, di Gemitaiz e Mostro. Poi la metamorfosi in Lowlow, mixtape, tre album solisti e ora un quarto in uscita oggi.

TITOLO programmatico In prima persona (Epic Records Italy/Sony Music Italy), musicalmente non esce troppo dal seminato del genere: autotune, suoni sintetici, collaborazioni che garantiscono più spinta nello streaming (qui ci sono Ghemon, Briga, J-Ax, SVM fra gli altri). Lowlow ha però idee chiare: «La parola chiave per raccontare questo disco e questo periodo della mia vita – spiega – è la ricerca di apertura, a più livelli: rispetto ai miei lavori precedenti, nei quali mi nascondevo dietro ai tanti riferimenti storico-culturali, stavolta in primo piano ci sono io». E aggiunge: «Ho tolto la maschera e sono diventato più vero, più reale. Più che nella forma il cambiamento è nella sostanza: con questa identità voglio che i racconti arrivino davvero». Ma, aggiunge anche, «non riesco a scindere un lavoro dall’altro. La vita è un continuum. Senza Dogma 93 non sarei arrivato a queste conclusioni».