Loredana Capone, Partito Democratico, assessora della regione Puglia all’industria turistica e culturale. Nel 2010 è stata la consigliera più suffragata in Italia insieme a Mara Carfagna in Campania (dove però già c’era la doppia preferenza). Unica donna a sedere in giunta. Tra le uniche 5 (su 51) a votare nel consiglio regionale pugliese.

È successo di nuovo, proprio come cinque anni fa a Nichi Vendola. Il consiglio regionale pugliese è maschilista?

Ha vinto l’atteggiamento conservatore, soprattutto tra gli uomini del centrodestra. Mi sono sempre circondata di donne che hanno dimostrato di essere brave e preparate. In nove anni da assessora regionale allo sviluppo economico anche i dirigenti erano delle donne. C’è chi è infastidito dalle nostre capacità.

Anche nel centrosinistra?

Anche tra di noi c’era chi non era favorevole ad approvare la doppia preferenza di genere.

Non si poteva portare prima in consiglio la discussione e non aspettare l’ultima seduta?

Erano mesi che lo chiedevo invano in commissione. Le prime proposte abbiano iniziato a formularle a inizio legislatura. Purtroppo ci siamo trovati di fronte allo stesso ostruzionismo che ho vissuto cinque anni fa.

Un punto chiave su cui il centrodestra non era d’accordo è che almeno il 40% dei candidati di ogni lista sia donna, pena l’inammissibilità. Si poteva cedere su questo punto pur di trovare una intesa?

No, perché è essenziale, altrimenti la legge è monca. Non ha senso introdurre la doppia preferenza di genere se poi non ci sono le candidate nella lista. È una assurdità.

Non può negare, però, che c’è anche un problema politico nel centrosinistra: i franchi tiratori. Perché hanno paura della candidatura dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco?

Anche qui si tratta di conservatorismo, questa volta delle proprie posizioni personali. Alcuni consiglieri, evidentemente, temono di perdere voti in favore di Lopalco.

Ora dovrà intervenire il governo per introdurre la doppia preferenza di genere.

Non bisognava arrivare a questo. Spero solo che i cittadini si rendano conto di quello che è successo e non premino elettoralmente chi ci ha impedito di approvare la legge. È un aspetto centrale, mi aspetto che la società civile si schieri in maniera netta.