«Un lockdown stile 2020 non si farà mai. Ma sono urgenti restrizioni mirate per un mese. Vanno ridotti i contagi». A chiederlo è Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), mentre il bollettino quotidiano del ministero della Salute riporta un incremento di 197.552 nuovi casi di Covid-19 rilevati con 1.220.266 tamponi molecolari e antigenici effettuati nelle ultime 24 ore in Italia. I morti per Covid in un giorno sono stati 184. Attualmente i positivi sono 1.818.893 (+144.822); il tasso di positività è al 16,2%, in calo rispetto al 22% del giorno prima. Nelle terapie intensive italiane sono entrati 154 nuovi pazienti, per un totale di 1.557 ricoverati, che nel saldo tra entrate e uscite fa 58 in più in 24 ore. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 14.930, ovvero 339 in più rispetto alla giornata precedente.

«LA SITUAZIONE negli ospedali peggiorerà – è la previsione di Anelli – La gente va incontro ai contagi, i numeri sono abnormi: abbiamo più di 1 milione e 600 mila contagiati a casa in questo momento e il Covid è una malattia che spaventa. Le persone al minimo di difficoltà respiratoria vanno in ospedale e gli ospedali cominciano a non reggere più in certi casi». E in effetti, secondo l’Aggiornamento nazionale sull’epidemia in Italia dell’Iss, si conferma su tutto il territorio nazionale per l’undicesima settimana consecutiva «un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione». «Nelle ultime quattro settimane – si legge nel report ultimato il 5 gennaio – si è osservato un aumento dell’incidenza settimanale in tutte le fasce d’età, che nell’ultima settimana ha raggiunto valori superiori a 500 casi per 100.000 abitanti». La variante Delta è ancora quella predominante, anche se «Omicron è in rapido aumento».

SECONDO L’ISS nel periodo che va dal 27 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022 «la fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è 20-29 anni (2.144 casi per 100.000 abitanti), in aumento rispetto alla settimana precedente». Mentre «l’incidenza più bassa si rileva nelle fasce di età superiori agli 80 anni (302 x 100 mila abitanti) che presentano anche una maggiore copertura vaccinale». L’età mediana «è pari a 35 anni, in diminuzione rispetto alla scorsa settimana». Ma tra i bambini in età scolare, sono quelli tra i 5 e gli 11 anni che si infettano di più, a partire dalla seconda settimana di ottobre. In aumento i casi tra gli operatori sanitari.

Il report focalizza l’attenzione anche sull’efficacia del vaccino: «I ricoveri nelle terapie intensive sono 25,6 volte più numerosi per i non vaccinati rispetto a chi invece ha completato il ciclo vaccinale con la dose booster». L’efficacia contro le infezioni da Sars-Cov-2 è pari a 77,6% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 64,5% tra i 91 e 120 giorni, e 41,6% oltre 120 giorni dalla fine del ciclo vaccinale. La malattia severa è prevenuta al 95,7% dei casi nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, al 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e all’88,8% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. Infine, «nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster, l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa è pari rispettivamente al 75% e al 97,8%».

L’OBBLIGO vaccinale per gli over 50 però ha già impresso una qualche accelerazione alla campagna: «Nella giornata di venerdì 7 gennaio – comunica la cabina di regia – sono state somministrate 65 mila prime dosi di vaccino, un valore del 60% superiore rispetto alla media giornaliera registrata nella settimana precedente (31 dicembre – 6 gennaio). Con riferimento alla fascia di età over 50, il dato di ieri (venerdì, ndr) – pari a 15.239 – rappresenta il triplo di quello medio registrato nei sette giorni precedenti, pari a circa 5.500 prime somministrazioni al giorno». Secondo il presidente della Fnomceo, però, gli effetti veri dell’obbligo vaccinale non saranno immediati: «Ci vorranno almeno 6 mesi per farlo attuare – afferma Anelli – Il problema di chi non ha neanche una dose di vaccino è da affrontare, perché queste persone corrono rischi altissimi. Ma ci vuole anche un intervento subito per frenare i contagi. Questo non è un provvedimento che produce risultati immediati».