Bones of Contention (letteralmente Ossa contese) della regista Andrea Weiss, è un documentario passato durante le giorante della Berlinale all’interno della sezione Panorama. Un lavoro incentrato sulla morte di Lorca e di migliaia di persone durante la guerra civile spagnola.

Questi corpi, sotterrati in fosse comuni, non hanno avuto ancora degna sepoltura, ma facendo sparire le prove materiali dei crimini, si è smaterializzata con troppa facilità la memoria di quei tragici fatti. Il film ricostruisce la figura di Garcia Lorca e la storia della Spagna del dopoguerra con rari materiali d’epoca, compreso un filmato in cui appare Lorca stesso, impegnato nel teatro che portava nelle campagne con la compagnia La Barraca, per la quale Salvador Dalì disegnava i fondali. Alcuni versi del poeta colorano emotivamente le sequenze.

Bones of Contention perlustra il luogo in cui si trova una delle 3.280 fosse comuni, che nessun governo spagnolo ha mai voluto scavare, per documentare la difficile ricerca delle ossa di Lorca. I franchisti infatti di notte scavavano le fosse e all’alba fucilavano non solo repubblicani, ma anche omosessuali, e li seppellivano. Franco ha fatto piantare dei pini nelle zone delle fucilazioni, perché con le loro radici aiutassero il disfacimento dei resti. Un documento ufficiale, tuttora secretato, rivela che Lorca fu ucciso per la sua militanza politica e per la sua «condotta aberrante di omosessuale».

A partire da questo elemento, il film investiga non solo la morte del poeta, attraverso interviste e documenti, ma anche la repressione dell’omosessualità che portava all’arresto e al carcere, pratica durata fino alla grande marcia del Gay Pride tenutasi nel 1977 a Barcellona.
D’altra parte invece il lesbismo non era stato criminalizzato perché culturalmente ritenuto impossibile, in quanto i governi nazional-cattolici ponevano le donne nell’esclusivo ruolo di moglie e madre, cancellando in questo modo anche la memoria del contributo per nulla secondario delle donne nella guerra civile. Donne repubblicane alle quali venivano portati via i figli, dati in affido a famiglie franchiste; come in America Latina, confermando il ruolo storico della guerra civile spagnola come madre di tutte le guerre «civili», aggettivo assurdo per designare conflitti razziali e ideologici irriconciliabili.

Il cuore del problema è perciò l’amnistia che ha condonato le colpe commesse durante la guerra civile, assolvendo vittime e assassini, come da noi l’idea che i morti siano tutti uguali. Un’amnistia che genera amnesia, commenta il film. Non esumare questi corpi è una barbarie, in una civiltà che fa della degna sepoltura e, in particolare, di coloro che muoiono in battaglia, un rito fondamentale, come insegna Antigone. Ma soprattutto permette il silenzio sull’intera vicenda, nelle sue implicazioni politiche e sociali, nel caso della comunità omosessuale.

Risulta quindi strana la posizione tenuta della famiglia Lorca che non auspica il ritrovamento dei suoi resti, dimenticando che l’importanza simbolica di Lorca permetterebbe, davanti al corpo del crimine, di avviare un’elaborazione del lutto davvero necessaria.