L’orbanizacja di Varsavia è sempre più una realtà. Il sistema giudiziario polacco è il primo a farne le spese dopo una settimana di fuoco che ha visto protagonista il partito Giustizia e Libertà (PiS) uscito vincitore alle urne lo scorso ottobre.

Il presidente Andrzej Duda, che si era insediato nel Palazzo del Belweder prima che il suo partito conquistasse anche la maggioranza del Sejm, ha concesso la grazia a 3 funzionari dell’Ufficio per la lotta alla corruzione (Cba) e al suo ex-direttore Mariusz Kaminski, tutti condannati in prima istanza per abuso di potere.

Durante la sua cadenza Kaminski avrebbe esercitato pressioni interne per costruire false accuse di corruzione contro cittadini innocenti, un metodo che ricorda tristemente quello del cosiddetto «przesuwanie zrodel», la manipolazione delle prove attuata dai servizi segreti polacchi (SB) tanto in voga negli anni Ottanta in Polonia durante il periodo della legge marziale. Un provvedimento ad personam che permetterà a Kaminski di esercitare il ruolo di coordinatore delle attività dei servizi segreti nel nuovo gabinetto della premier Beata Szydlo. E la prima volta nella storia del paese, che la grazie viene concessa a dei cittadini in attesa di una sentenza definitiva.

Un’iniziativa che ha provocato la sollevazione della magistratura sconvolta anche da un’altro attacco all’indipendenza della giustizia, questa volta ai danni della Corte costituzionale: 5 giudici, nominati poco prima dell’avvicendamento al potere tra Piattaforma civica (Po) e PiS, saranno stati preventivamente rimossi dal proprio incarico. Una mossa a sorpresa che dovrebbe garantire alla formazione di estrema destra fondata dai fratelli Kaczynski la possibilità di proporre nomine più vicine alla linea politica del PiS.

«La direzione di questi cambiamenti fa pensare più a Minsk che a Budapest», aveva commentato sconvolta Kamila Gasiuk-Pihowicz, un deputato dell’opposizione durante il dibatitto in aula di giovedì scorso. Il governo guidato dalla Szydlo sembra inoltre disposto a tutto pur di limitare l’autonomia degli organi preposti alle indagini. Uno dei punti più importanti del programma di orbanizzazione del nuovo governo riguarda infatti l’unificazione delle funzioni della Procura generale con quelle del Ministero della giustizia affidato all’ex trasfuga, Zbigniew Ziobro, ritornato poi nelle file del PiS dopo. Proprio come molte delle riforme in programma da parte della maggioranza di destra, tale cambiamento potrebbe essere attuato senza necessariamente dover passare per una modifica della Costituzione polacca che resta comunque uno degli obiettivi a lungo termine del PiS, forte di una schiacciante maggioranza al Sejm.

Oltre al capitolo giustizia, il nuovo corso della Polonia ha avuto un impatto immediato sulla politica migratoria. Gli attentati di Parigi hanno infatti offerto il destro a Varsavia per fare dietrofront sull’accettazione di 7000 profughi, quota concordata con Bruxelles dal precedente esecutivo prima della debacle del Po alle parlamentari dello scorso ottobre. Le cose non sembrano andare meglio sul fronte della libertà di espressione.

Su richiesta del neo-ministro della cultura Piotr Glinski, Karolina Lewicka giornalista televisiva è stata sospesa dal suo incarico dalla direzione della rete pubblica Tvp. Secondo la premier polacca, Lewicka non avrebbe lasciato a Glinski il diritto di replica durante un dibattito sul finanziamento delle politiche culturali, e più in particolare, sulla pièce teatrale «La morte e la donzella» scritta dalla Premio Nobel austriaca Elfriede Jelinek. Dopo la prima di sabato scorso a Wroclaw in cui si sono esibite anche due attrici porno, il governo ha deciso di cancellarne la rappresentazione con un editto bulgaro. Secondo la premier il denaro pubblico dovrebbe essere utilizzato soltanto per finanziare opere che restino «nei limiti della correttezza».