«Una mozione di sfiducia al sindaco facente funzione, mediante la quale gli stessi eletti potranno pubblicamente motivare le ragioni che impongono di ridare la parola ai cittadini napoletani»: è l’opposizione di sinistra che ieri ha ufficialmente chiesto di avviare le procedure per porre fine all’amministrazione del sindaco sospeso Luigi de Magistris, in particolare i tre consiglieri di Ricostruzione democratica (provenienti dalla lista civica arancione Napoli è tua e dalla Federazione della sinistra). Usciti dalla maggioranza nel 2012, hanno fatto appello ai gruppi in consiglio: «La città si trova sospesa in un groviglio giuridico fatto di sentenze, appelli, ricorsi e decreti prefettizi. È invece la politica che deve assumersi fino in fondo le proprie responsabilità».

07pol2 sotto  luigi de magistris
La consiliatura è appesa a un filo: i voti per tenere in piedi l’amministrazione sono a rischio e nell’area di riferimento le defezioni potrebbero aumentare. Il bilancio previsionale 2014, infatti, era stato approvato a fine settembre con appena tre voti di scarto. I due di Centro democratico sono sembrati svanire ieri: «Noi di Cd di certo non faremo mancare le firme dei nostri consiglieri qualora si verificassero le condizioni per poter ridare la parola al popolo sovrano» ha spiegato Nello Formisano, vicepresidente nazionale e segretario regionale campano. Il terzo, quello di Sel, non può essere dato per scontato: ieri sera c’è stata una riunione a Napoli per decidere cosa fare, gli umori andavano dalla cautela nel trattare una fase delicata a una generale insoddisfazione per l’amministrazione arancione.

Il Pd invece non ha più dubbi e chiede elezioni anticipate. Ieri pomeriggio si è tenuta l’assemblea provinciale straordinaria per discuterne. Con i suoi quattro consiglieri non è in grado da solo di staccare la spina ma sul tavolo ci sono anche le elezioni regionali della prossima primavera, una leva da usare con i gruppi del centrosinistra, a cui da giorni ripete: «Le forze politiche che vogliono allearsi con il Pd alle prossime regionali, in particolare Centro Democratico e Idv, nonché Sel, i singoli consiglieri, Ricostruzione Democratica, Sinistra in Movimento, non possono più mantenere ambiguità. Siamo convinti che quest’amministrazione sia finita quindi i nostri alleati devono avere un percorso lineare sin da ora anche sul comune di Napoli. O si sta tutti assieme ora o ognuno per la sua strada».

Il sindaco sospeso intanto mantiene la promessa: anche ieri una fitta agenda di appuntamenti lo ha tenuto in giro per la città, dalla visita alla scuola di Forcella ai lavori al manto stradale di Chiaiano. Un protagonismo che ha irritato gli avversari politici: Amedeo Laboccetta ha inviato un esposto in procura, la senatrice democrat Angelica Saggese ha chiesto al prefetto di disporre per de Magistris il divieto di dimora a Napoli. «Forse credono di essere in un regime – ha commentato il sindaco sospeso – perché queste parole le ha usate solo il fascismo».

Al vice facente funzione, Tommaso Sodano, il compito di serrare le truppe a Palazzo San Giacomo e, in merito allo sfiducia, commenta: «Sarebbe curioso vedere il Pd firmare assieme alla destra, rea di molte pagine buie della dirigenza per la nostra Regione. Lavoriamo per ricandidarci nel 2016». Se è ormai tardi con i democratici, residue speranze potrebbero esserci con Cd, i cui consiglieri sono divisi: «È importante – ha proseguito Sodano – la coesione delle diverse forze politiche che sostengono la maggioranza dall’inizio, in particolare le forze che in queste ore stanno mostrando una sofferenza, come il Centro democratico o Sel, da parte nostra massima attenzione e rispetto perché credo che è da lì che si può ripartire, perché pensiamo che Napoli non possa permettersi commissariamenti in una fase cosi delicata». Per ora solo il governatore Stefano Caldoro ha offerto la collaborazione istituzionale, antielezioni. Meglio, evidentemente, affrontare un Pd diviso che l’intero partito schierato su comune e regione.