Stagione solida, con un forte accento posto sulle creazioni registiche e sulla qualità musicale, e una nuova svolta sul balletto. L’opera ci riprova ancora una volta: dopo l’anno della grande crisi, che nel 2014 ha visto il teatro della capitale nell’occhio del ciclone, con la dipartita di Riccardo Muti e il paventato licenziamento delle masse artistiche, il 2015 si sta chiudendo con una forte ripresa. Confermati i conti complessivamente in ordine, cresce il botteghino, con un aumento della produttività e una complessiva pace sindacale. Gli obiettivi della nuova stagione se non ambiziosi restano importanti: ancora crescita produttiva annunciata dal sovrintendente Fuortes, con tredici produzioni e 100 recite d’opera previste nel 2015-16, cui vanno aggiunti gli spettacoli di balletto 5 produzioni (inclusa quella a Caracalla) per 46 spettacoli. Per l’apertura, chiusa l’era Muti con il consueto titolo verdiano, il direttore artistico Alessio Vlad ha scelto di inaugurare il 27 novembre con Bassarids di H.W. Henze, presentata nella versione originale in inglese, per la regia affidata a Mario Martone, sul podio Stefan Soltesz.

Altra punta di diamante sarà il caleidoscopico allestimento londinese di Benvenuto Cellini di Berlioz, firmato dal geniale Terry Gilliam. Damiano Michieletto porterà invece sul palcoscenico romano il Trittico di Puccini, affidato alle cure musicali Daniele Rustioni. Omaggio al Barbiere di Siviglia, con la regia di Davide Livermore (sarebbe stato bello vederlo all’Argentina, però, nell’anno del bicentenario) accoppiato a Cenerentola, che segna il debutto all’Opera di Emma Dante. Ritorna la Tosca con i bozzetti di Hohenstein mentre Paul Curran firma una nuova Traviata; Linda di Chamonix di Donizetti e, in autunno, Un ballo in maschera con la regia di Muscato (con Francesco Meli e Hui He) completano la proposta operistica cui si aggiunge Dido and Aeneas di Purcell, nella magnifica versione coreografata da Sasha Waltz, a settembre.

Novità di spicco nella stagione di balletto, che Eleonora Abbagnato, fresca di nomina alla guida del corpo di ballo, ha incentrato sui grandi coreografi contemporanei, come Cristopher Wheeldon che porta a Roma il Lago dei Cigni, Preljocaj, di cui viene presentato Le Parc, un nuovo Schiaccianoci prodotto dal teatro, creato da Giuliano Peparini. Una stagione intera di concerti – uno al mese, e non si vedeva da anni – è stata pensata da Giorgio Battistelli, co-direttore artistico, con ottime bacchette giovani (Poppen, Perez, Stenz, Daniel) e percorsi tematici che accostano al grande repertorio tanti titoli di musica nuova, da Rihm a Adès, da Lindberg a Saariaho. Inoltre anteprime e last minute riservate agli under ventisei ( era ora!). Il solo inciampo ora potrebbe essere la dipartita del sindaco Marino, che del teatro è presidente, perché la politica è sempre pericolosamente vicina alle tavole dei palcoscenici romani.