Adesso c’è anche l’Onu a chiedere all’Unione europea un maggiore impegno per fronteggiare l’emergenza immigrazione. «L’Italia sta portando avanti un fardello enorme per conto dell’Europa», ha detto ieri il portavoce della Nazioni unite Stephane Dujarric riferendosi alle migliaia di profughi che ogni giorno arrivano nel nostro paese. E a Bruxelles si sono rivolti anche il ministro degli Esteri Gentiloni e la responsabile Esteri dell’Ue Federica Mogherini chiedendo entrambi maggiore partecipazione nell’affrontare il problema degli sbarchi. «L’impegno è al 90% sulle spalle della Marina italiana ma l’emergenza non riguarda solo l’Italia», ha detto il titolare della Farnesina da Lubecca, dove si trova per il G7 degli esteri. «Abbiamo il dovere di salvare vite e accogliere le persone in modo civile, ma abbiamo anche il dovere di chiedere alla comunità internazionale di impegnarsi». Gentiloni è anche tornato a chiedere un rafforzamento di Triton, la missione europea di controllo delle frontiere.

Almeno a parole, da Bruxelles arrivano parole di solidarietà con Roma. «Il Mediterraneo è la frontiera più letale per l’Europa», ha detto il presidente del parlamento europeo Martin Schultz ricordando come solo nell’ultima settimana l’Italia abbia salvato più di seimila persone, ma mettendo anche il dito nell’incapacità dimostrata finora da Bruxelles nel trovare una soluzione ai conflitti in Siria e Libia. «Abbiamo urgente bisogno di una soluzione politica» per i due Paesi, ha detto Schultz.

Si susseguono intanto gli interventi di soccorso nel Canale di Sicilia e gli arrivi di migranti nei porti siciliani che il Viminale deve poi smistare in strutture sparse su tutto il territorio nazionale, per evitare che il peso ricada come adesso su poche regioni (un terzo degli accolti si trova in Sicilia e Lazio). Sono diecimila i profughi sbarcati in pochi giorni in Italia. Una «vera e propria emergenza umanitaria», l’ha definita il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino al termine di un incontro con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per far fronte al problema dell’accoglienza. Tutte le prefetture sono impegnate a trovare soluzioni alloggiative sul territorio, ma naturalmente le Regioni a guida leghista alzano le barricate. «Non ci stiamo – ha detto ieri il presidente della Lombardia, Roberto Maroni – a subire questa invasione, quindi zero posti in Lombardia finché continuerà l’atteggiamento irresponsabile da parte del governo». Stesso concetto espresso dal governatore veneto Luca Zaia. «L’obiettivo – ha spiegato Chiamparino al termine dell’incontro con Alfano – è di non lasciare le regioni rivierasche del Sud ad affrontare da sole questo fenomeno».

Per la prima accoglienza ai migranti il ministero sta lavorando al progetto di creare ‘hub’ regionali, come il villaggio di San Giuliano di Puglia (Campobasso) che potrebbe ospitare almeno un migliaio di stranieri, in attesa che vengano verificati i requisiti dei richiedenti asilo. Si lavora anche a caserme dismesse dalla Difesa.

L’Alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini auspica intanto «una maggiore e migliore solidarietà dell’Ue. Nelle prossime settimane intendo convocare una riunione dei ministri degli Esteri e dell’Interno insieme per coordinare le nostre politiche in modo più europeo», ha detto. Una soluzione sembra però lontana senza la stabilizzazione della Libia. Anche di questo si parlerà martedì prossimo al Consiglio supremo di Difesa, presieduto dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

Sul fronte della polemica politica proseguono infine gli attacchi del leader della Lega Nord, Matteo Salvini ad Alfano, definito «il ministro dell’Interno più incapace della storia». Salvini ha ribadito anche ieri il suo no all’accoglienza di chi sbarca: «Vengono prima gli italiani. La Lega è pronta a tutto per evitare che gli italiani mantengano altri migliaia di immigrati».