I 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite hanno accettato all’unanimità la missione di pace incaricata di coordinare, in un meccanismo a tre, l’applicazione degli accordi di pace tra guerriglia e governo colombiano, la cui firma è prevista entro il 23 marzo. Un voto di grande rilievo, perché – ha ricordato il presidente colombiano Manuel Santos – «negli oltre settant’anni di esistenza dell’Onu, solo 14 risoluzioni sono state approvate con il consenso assoluto»: e senza alcuna modifica rispetto al testo iniziale, licenziato dalle parti all’Avana, dove le trattative vanno avanti dal dicembre del 2012. Una missione «politica, senza armi né caschi blu – ha detto il mediatore governativo Humberto de la Calle – che implica un enorme spiegamento umano in Colombia e costi elevati assunti dall’Onu».
La missione verrà dispiegata nelle 8 zone di concentrazione della guerriglia che dovranno essere concordate con il governo. Anche a questo riguardo, i negoziatori torneranno a Cuba il 2 febbraio per definire i compiti di una commissione esecutiva composta da 4 persone e articolata in una serie di subcommissioni: sulla fine del conflitto, il tema di genere, le carceri e il referendum, a cui Santos vuole sottoporre la firma degli accordi. Oltre all’Onu, a fare da garante ci sarà la Celac, la Comunità degli stati latinoamericani e caraibici che oggi apre i battenti a Quito e in cui si definiranno i termini della partecipazione. Intanto, sono usciti dal carcere 16 guerriglieri malati, indultati da Santos a novembre, che parteciperanno alle trattative dell’Avana, dove si sta discutendo la questione del paramilitarismo.
L’Onu approva la missione di pace in Colombia
Organizzazione delle Nazioni unite. Verso una soluzione politica tra guerriglia e Santos
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Pubblicato 8 anni faEdizione del 27 gennaio 2016
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