L’Onu ora dice di avere le prove, e sarebbe la prima volta che accusa Assad di «crimini contro l’umanità», senza se, senza “ma anche”. L’inchiesta delle Nazioni unite, rivela l’alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay, ha prodotto prove che indicano responsabilità «al più alto livello di governo, incluso il capo dello Stato» nel compiere «crimini molto gravi, crimini di guerra e crimini contro l’umanità». In precedenza, l’inchiesta aveva prodotto prove di abusi dei diritti umani in Siria da entrambi le parti in conflitto.

Sul campo torna invece alta la tensione a Maaloula, il villaggio cristiano nella regione di Qalamoun, circa 60 km a nord di Damasco, famoso per le sue chiese e per il fatto che qui si parla ancora la lingua aramaica. Ieri 12 suore del monastero di Santa Tecla sono state prelevate con le armi dal convento ortodosso di Maalula da un gruppo di miliziani jihadisti. Lo ha rivelato nel pomeriggio la tv di stato siriana e in serata è arrivata la conferma del nunzio apostolico in Siria, monsignor Mario Zenari, che ha diffuso le ultime notizie ricevute dal Patriarcato greco-ortodosso di Damasco. I rapitori che hanno preso in ostaggio le suore – di nazionalità siriana e libanese – sarebbero combattenti del Fronte al Nusra diretti a Yabroud, 20 km più a nord, dove negli ultimi giorni si sono intensificati i combattimenti tra l’esercito di Assad e i miliziani islamisti attivi nella zona.