Nell’antico testo giapponese Shoku Nihongi, Bushi significa guerriero, colui che è pronto a morire in battaglia per l’onore. Bushi è anche il nome della band che ha pubblicato l’omonimo album e che, con testi scritti secondo la metrica della poesia Haiku, si ispira alle emozioni dei samurai. Otto brani velocissimi di un trio classico rock: chitarra, batteria e basso. Tanti però sono gli spunti evocativi, con la voce in certi punti alienante degli Alice in Chains, il groove dei Primus e l’impeto metal degli svedesi Meshuggah. Elementi che combinati insieme – e qui sta la differenza con progetti raffazzonati – riescono a riprodurre una coerenza olistica, una presenza viva e risoluta. Nel primo disco omonimo, deus ex machina è il polistrumentista Alessandro Vagnoni (Bologna Violenta, ex Infernal Poetry), qui chitarra e voci. Tra poco il tour, il sottoscritto che li ha potuti vedere live consiglia di non perderli.