L’agenzia dei trasporti londinese (TfL) ha privato per la seconda volta Uber della licenza per operare nella capitale britannica. Per la Tfl Uber non è un’azienda «adatta e in grado» di fornire i suoi servizi di trasporto. TfL ha rilevato che tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 sono state effettuate oltre 14mila corse Uber da parte di autisti non autorizzati, «mettendo a rischio la sicurezza dei passeggeri». «La decisione è insolita, sbagliata e faremo appello» ha detto Jamie Heywood, direttore generale regionale di Uber. Ieri i titoli di Uber hanno perso lo 0,74% a Wall Street. L’azienda continuerà ad operare fino alla decisione definitiva.

A Londra il problema si trascina da due anni. La prima sospensione è arrivata alla fine di settembre 2017 a causa di «lacune» che «comportano potenziali rischi per la sicurezza». «Uber ha apportato una serie di cambiamenti positivi» compreso un rapporto più «trasparente e produttivo» con le autorità. Tuttavia non ci sono garanzie sufficienti che «i rischi per i passeggeri e per la loro sicurezza» «non si ripresentino in futuro». Sono stati individuati autisti che operavano «senza licenza», «i sistemi sembra siano stati manipolati con relativa facilità». Altri autisti viaggiavano senza assicurazione.
Tfl ha dedotto che Uber «non ha sistemi abbastanza solidi da proteggere i passeggeri».