Mentre Sergej e Julia Skripal si trovano ancora condizioni critiche nell’ospedale di Salisbury, dove sono ricoverati da domenica scorsa, le congetture impazzano. Poco prima di esser trovati riversi su una panchina vicino aun centro commerciale di Salisbury, l’ex spia russa e sua figlia erano stati fatti bersaglio di una sostanza altamente tossica – forse per ingestione, forse per esposizione – magari nel ristorante italiano dove erano passati poco prima.

PER ORA SI PARLA ANCORA di «agente» nervino, in maniera deliberatamente indefinita, fin quando la polizia non diffonderà informazioni certe sullo stato di aggregazione della sostanza. Finora si sa solo che non si tratta di Sarin, il micidiale gas che secondo le potenze occidentali sarebbe stato usato nel 2013 in Siria contro i civili nelle zone occupate dai ribelli al regime di Assad. Gli esperti tossicologi hanno confermato l’effetto rapido se non istantaneo della sostanza, avvalorando la tesi che la contaminazione sia avvenuta immediatamente prima che i due si sentissero male.

LA ZONA DELL’ACCADUTO, il centro commerciale nel cuore della cittadina dello Wiltshire, rimane presidiata dalla scientifica, come la casa dello stesso Skripal, nel cui retro è stata issata una tenda a proteggere gli accertamenti; così anche il ristorante Zizzi, dove le due vittime avevano mangiato e il pub nel quale si erano recate poco prima di sentirsi male. Il poliziotto rimasto a sua volta intossicato resta in ospedale ma è in via di recupero. La ministra dell’interno Amber Rudd ha definito il tentato omicidio un crimine oltraggioso e l’uso di gas nervino su suolo britannico un atto «impudente e spericolato», un «tentato omicidio più crudele e pubblico dei modi» ma ha ribadito la prudenza della premier May aggiungendo che non è il momento di abbandonarsi a speculazioni. Ma ha anche echeggiato i toni del collega agli esteri Boris Johnson, che martedì aveva parlato di «reazione robusta» nei confronti della Russia qualora ne emergesse come certo il coinvolgimento.

L’AGENTE NERVINO non è un’arma facilmente reperibile, o sintetizzabile; richiede un team di scienziati e laboratori attrezzati non esattamente improvvisabili in un sottoscala. È roba da maneggiare con cura, la cui mancanza può provocare la morte di chi la maneggia. I ganci con la notoria eliminazione dell’ex-agente Litvinenko, avvelenato radioattivamente dodici anni fa nel centro di Londra, puntano tutti i riflettori su Mosca, e anche se finora i media britannici si guardano bene dal chiamare in causa Putin in persona, la versione provvisoria dei fatti è che possa essersi trattato di un’iniziativa non direttamente sua o della sua cerchia ma da lui «benevolmente tollerata».

Anche se, come sempre in questi casi, abbandonarsi a conclusioni ovvie è sconsigliabile. E se è lecito aspettarsi che un veterano del Kgb come Yurij Lyubimoff sostenga, intervistato dal Daily Mail, che questo tentato omicidio, come anche quello di Litvinenko e altri, siano opera dei servizi britannici per far ricadere la colpa sullo stesso Putin (visto l’entusiasmo con cui Johnson si è scagliato contro Mosca: ha minacciato di boicottare le prossime Olimpiadi), l’ormai pessimo clima non solo spionistico fra i due paesi lo giustificherebbe.

L’APPARENTE INUTILITÀ di un simile omicidio – un agente già scambiato che non rappresentava più un problema per i servizi russi, unita al fatto che sarebbe stato più sensato colpirlo in Russia lontano da occhi indiscreti e, soprattutto, a ridosso di elezioni politiche mentre infuria una campagna internazionale anti-russa, secondo l’ex-spia dimostrano un chiaro intento destabilizzante da parte di Londra.

SKRIPAL, 66 ANNI, viveva nella cittadina dell’Inghilterra meridionale da otto anni. Era una spia «doppiogiochista», già condannata in Russia per aver passato all’MI6 britannico le identità di decine di agenti russi. Arrestato nel 2004, nel 2006 era stato condannato per alto tradimento a 13 anni.
Fu poi liberato a Vienna nel 2010 dietro rilascio di spie russe catturate in occidente tra cui la famigerata Anna Chapman. Sua moglie e suo figlio – ambedue sepolti nel cimitero della cittadina – sono a loro volta scomparsi di recente in circostanze ritenute sospette.