Beffarde, le varie varianti del coronavirus continuano a giocare a rimpiattino con la risposta sanitaria del paese. Boris Johnson ha dunque escluso l’ipotesi di rilassare le norme di confinamento, come i progressi nel numero di vaccinazioni sinora effettuate – oltre dodici di milioni di individui – avevano autorizzato a sperare. Si profila inoltre un possibile terzo richiamo del vaccino il prossimo autunno, data più ravvicinata entro la quale si spera di approntare un vaccino specifico.

Colpa di quella “sudafricana”, cosiddetta perché individuata la prima volta il 18 dicembre scorso in Sudafrica e il 23 dicembre in Gran Bretagna, la cui vera e propria definizione è 501YV2. Ha gli stessi sintomi riscontrati finora – tra cui tosse, febbre e anosmia (la perdita del senso del gusto e dell’olfatto) e potrebbe colpire una seconda volta. Finora nel Regno unito ne sono stati rilevati circa centocinquanta casi ma si teme possa essere la proverbiale punta dell’iceberg: un’ulteriore ondata che paralizzerebbe il paese altri mesi a venire (anche se questi timori sono stati ieri ridimensionati dalla massima carica sanitaria, Jonathan Van-Tam).

I ricercatori dell’University of the Witwatersrand, attraverso lo studio di circa duemila persone attorno ai trent’anni di età, hanno fissato l’efficacia del vaccino di Oxford nei confronti di questa variante a un mero 10 per cento in casi di infezione blanda, ma “sperano” che questa percentuale possa salire fino al 60 per cento in quelli più seri. Sulle base di questi rilevamenti, ancora in attesa di una validazione scientifica, il governo sudafricano aveva disposto l’interruzione della somministrazione del vaccino AstraZeneca al personale medico ospedaliero continuando solo quella dei vaccini Pfizer e Johnson & Johnson.

LA RISPOSTA SANITARIA del governo consta di una massiccia controffensiva di tamponi – 350mila solo nell’ultima settimana – effettuati attraverso una distribuzione di kit “porta a porta” da parte di volontari anche a chi non ha sintomi nelle 12 zone – compresi tre quartieri londinesi – dell’Inghilterra dove la variante è stata finora individuata. Riscontrato finora in Francia, Finlandia, Norvegia, Svizzera, Giappone, Austria e Zambia, il ceppo 501YV2 è molto più contagioso – circa del 50 per cento – di quello “originale”: un’alta contagiosità che lo mette al pari di quello denominato come “del Kent”, la regione a sud est di Londra dove era stato inizialmente riscontrato nei mesi scorsi per poi diffondersi rapidamente nel resto del paese.

Già domenica Nadhim Zahawi, il sottosegretario responsabile delle operazioni di vaccinazione nazionale, aveva difeso l’efficacia del vaccino AstraZeneca invitando l’opinione pubblica ad averne fiducia perché «sembra funzioni bene», echeggiando le dichiarazioni in senso analogo rilasciate la settimana scorsa dall’Organizzazione mondiale della sanità: fiducia peraltro ribadita ieri sera dallo stesso premier Boris Johnson. Zahawi aveva inoltre confermato la determinazione del governo a non rendere la vaccinazione obbligatoria né ad introdurre la prossima estate delle cosiddette vaccinazioni-passaporto che limiterebbero la possibilità futura di entrare e uscire dal paese esclusivamente a chi possa provare di aver ricevuto il vaccino.

GRAZIE ALLE SUE CAPACITÀ di sequenziamento genetico la Gran Bretagna ha finora isolato almeno sei diverse varianti di coronavirus, solo due delle quali, quella originaria e quella “del Kent,” sono diffuse in tutto il Regno Unito. Le continue mutazioni del virus suggeriscono un futuro a base di vaccinazioni annuali, ma anche una volta ritirato il lockdown è assai probabile che il digiuno di eventi di massa e la drastica riduzione di viaggi a livello globale continuino. A ieri, la conta generale delle vittime dall’inizio dei rilevamenti era di 112.465.