Il capoclassifica è sempre lo stesso, incontrastato: Matteo Salvini. Il rapporto semestrale dell’Osservatorio sui tg dell’Eurispes, che analizza le presenze degli esponenti politici nelle edizioni di prima serata in onda sulle sette reti generaliste, assegna il primato al leader della Lega. Del resto il rapporto si basa sull’elaborazione dei dati Agcom, che già erano stati chiari. Ma leggere tutti insieme quelli che coprono il periodo che va da ottobre 2018 e al mese di marzo appena concluso fa una certa impressione. Il ministro dell’Interno ha collezionato ben 871 presenze nei titoli dei telegiornali, con un tempo di parola medio nei tg pari al 10,02% del totale (sui tg Rai, e in particolare il Tg2, la percentuale è più alta). Seguono Luigi di Maio, con 656 presenze nei titoli e il 9% di tempo di parola, e Giuseppe Conte, che ha più presenze (682), ma un tempo di parola inferiore: il 6,78%. Fuori dal podio il presidente della repubblica Sergio Mattarella: 174 presenze e il 4,79% di tempo di parola.

L’EURSIPES SEGNALA che nei tg di prima serata l’opposizione praticamente non esiste. Dato che ovviamente manda su tutte le furie il Pd. Silvio Berlusconi può almeno contare sul sostegno delle testate Mediaset e per le elezioni regionali ha avuto un po’ di visibilità, anche se si contano solo 36 citazioni nei titoli. Mentre, è scritto nella sintesi del rapporto, «l’esistenza in vita» del Pd viene «certificata dai tg solo a marzo, grazie alla campagna delle primarie che hanno incoronato Zingaretti». Nel mese di ottobre il non ancora segretario contava 8 presenze nei titoli, a marzo 37, per un totale, nell’arco dei sei mesi, di 62.
Per quanto riguarda le singole testate, il Tg1 diretto da Giuseppe Carboni «presenta tempi bilanciati per le forze di maggioranza» ma se «Di Maio spicca nei titoli, Salvini segue sempre a breve distanza e addirittura ha un tempo di parola superiore rispetto all’alleato di governo». Mentre sul Tg2 sovranista di Gennaro Sangiuliano «il ministro dell’Interno presidia tutte le edizioni». Il Tg3 diretto da Giuseppina Paterniti è l’unica testata «a fornire un pur limitato palcoscenico alle forze d’opposizione e mantiene una forte impronta europeista».

PER QUANTO RIGUARDA Mediaset, l’osservatorio segnala che dopo il processo di «de-salvinizzazione» che aveva interessato soprattutto il Tg4 nella primavera 2018, recentemente «si sono intensificati gli attacchi ai 5 Stelle» e «sempre più esplicito è apparso l’apprezzamento verso l’operato del ministero dell’Interno». Secondo l’osservatorio il tg La7 di Enrico Mentana «rappresenta una nicchia di informazione corretta e approfondita».
«Oramai si deve parlare apertamente di occupazione della Rai da parte di Salvini, dominus incontrastato, e di Di Maio. Una presenza sfacciata e arrogante, incompatibile con le regole di un paese democratico», commenta Marco Miccoli, coordinatore comunicazione del Pd. Miccoli chiede che l’Agcom «faccia sentire la sua voce» e annuncia che il suo partito è pronto a non meglio precisate «forme clamorose di protesta».

SE SUI TG PROSEGUE l’onda verde, a Raidue potrebbe arrivare una novità. Il direttore Carlo Freccero ieri ha incontrato Daniele Luttazzi che dopo 17 anni dall’editto Bulgaro è tornato a varcare il cancello di viale Mazzini. Per lui è in cantiere un programma di satira in 8 puntate. Recentemente Freccero aveva messo in dubbio il progetto sostenendo che «tutto è cambiato in Rai da quando sono stato direttore vent’anni fa e avevo totale autonomia come gli altri». (m.d.c.)