Nessuna stretta speciale per Milano, alla grande malata lombarda si applicheranno le stesse restrizioni decise per tutta la Lombardia. «Misure non drammatiche» le ha definite il presidente lombardo Attilio Fontana dopo aver incontro in videoconferenza i sindaci dei capoluoghi di provincia.

Una linea portata al Comitato Tecnico Scientifico regionale e messa nero su bianco nell’ordinanza scritta nella notte e che dovrebbe entrare in vigore oggi. Fontana ha detto di essere «meno preoccupato che a marzo», ma allora fu una strage da 16 mila morti.

Il presidente lombardo ci ha abituati in questi mesi a giravolte clamorose nelle sue dichiarazioni, dalla «è poco più che un influenza» al «chiudiamo tutto» che in poche ore precipitò migliaia di cittadini nei supermercati. «I lombardi possono essere meno preoccupati» ha detto ancora ieri, ma in tanti in questi giorni sono rimasti appesi in attesa al telefono per avere un tampone o in coda ore nella propria auto per i drive-in test. Il sistema di tracciamento è in tilt da qualche giorno.

Misure non drammatiche, dunque, con due obiettivi: la movida e l’affollamento dei trasporti.

Secondo le anticipazioni dell’ordinanza per combattere la movida i bar dalle 18 potranno restare aperti solo con il servizio al tavolo, dalle 24 chiusura per tutti, compresi i ristoranti.

Per diminuire le persone sui mezzi pubblici la giunta lombarda chiede al Governo e alle scuole di ripristinare una didattica a distanza parziale: in alternanza con ore in presenza e solo per le scuole superiori.

Alle scuole è anche richiesto di variare gli orari d’ingresso e uscita. Didattica a distanza anche per l’Università, con l’esclusione delle matricole del primo anno e gli specializzandi. Alle aziende l’appello a tornare a utilizzare il lavoro da casa.

Su questo fronte potrebbe dare il buon esempio il sindaco di Milano Sala che a fine settembre aveva invece ridotto ad un massimo di sei le giornate mensili in smart working per i dipendenti comunali.

Nello sport stop ai campionati dilettanti, ma non agli allenamenti. Sale gioco e sale bingo verranno chiuse.

La nuova ordinanza «sarà uniforme a livello regionale».

Milano, dove l’indice Rt che indica la forza di espansione dell’epidemia è arrivato oltre la soglia d’allarme, a 2,08, non avrà alcuna restrizione differenziata.

È passata la linea soft che il sindaco Sala aveva anticipato giovedì pomeriggio: «non prevediamo interventi radicali». I nuovi positivi e i ricoverati nelle strutture cittadine però continuano a salire e i medici sono preoccupati della velocità del contagio. Ieri sono stati 2.419 i nuovi positivi in Lombardia con 30.587 tamponi effettuati.

La percentuale di positivi sui tamponi effettuati è salita dal 6.3% al 7,9%. Più della metà dei nuovi casi sono in provincia di Milano: 1.319 nuovi positivi di cui 604 a Milano città. I nuovi decessi sono stati 7, per un totale dall’inizio della crisi di 17.044 morti. I ricoverati in terapia intensiva sono 71, gli altri 834, +108 in un giorno solo. Il lavoro delle ambulanze del 118 lombardo è ripreso da ottobre a pieno regime. In una settimana le persone portate in ospedale per problemi respiratorie sono passate da 280 l’8 ottobre scorso, a 334 sei giorni dopo.

Nei mesi scorsi non arrivavano a 100. Dice Antonio Pesenti, coordinatore delle terapie intensive lombarde: «il numero dei malati è relativamente contenuto ma ci preoccupa l’evoluzione di questi numeri. La crescita è esponenziale. Ora vediamo il risultato delle infezioni di quindici giorni fa, i malati aumenteranno. E se impiegheremo tante risorse sui malati Covid, non le avremo per gli altri».