Fino all’altra sera, Geldermalsen, cittadina olandese di 26 mila abitanti sorta rapidamente lungo il corso del fiume Linge, era nota soprattutto come lo snodo dove si incrociano i due maggiori assi ferroviari del paese. Ora rischia di trasformarsi nell’epicentro di una crisi politica senza precedenti. Da settimane infatti, l’annuncio dell’apertura da queste parti di un centro destinato ad accogliere fino a 1500 richiedenti asilo, sta provocando discussioni sempre più accese e attirando l’attenzione della politica e dei media nazionali.

In un clima già surriscaldato, mercoledì sera le parole hanno lasciato il campo alla violenza. Una folla minacciosa di circa 2000 persone, chiamata a raccolta da un’«associazione di cittadini» ma a cui si erano uniti anche alcuni esponenti della destra arrivati da altre regioni, e un gruppo di hooligans del calcio, si è raccolta davanti alla sede del consiglio comunale che doveva deliberare definitivamente in favore del progetto, per poi cercare di aggredire il sindaco e gli eletti locali. Prima sono arrivati gli slogan xenofobi e le grida di rabbia, quindi alcuni dei presenti hanno abbattuto le cancellate metalliche che erano state poste a difesa dell’edificio e colpito gli agenti con bottiglie e fuochi d’artificio, lanciandosi all’inseguimento, fortunatamente senza conseguenze, del primo cittadino e degli assessori. Bilancio della giornata: due agenti feriti e 15 facinorosi arrestati e delle immagini di violenza inusuali per i Paesi bassi che hanno riempito i telegiornali. Senza contare che il consiglio comunale dovrà tornare a riunirsi e i manifestanti annunciano già un nuovo assedio.

Le violenze di Geldermalsen non rappresentano però un fatto isolato. Negli ultimi tre mesi si è assistito ad una vera escalation di azioni contro i centri per rifigiati, mentre il tema dell’accoglienza si è imposto al centro del dibattito politico. Dopo che ad ottobre un rifugiato siriano era stato aggredito da alcuni hooligans di estrema destra vicino Rotterdam, un centro sportivo di Woerden, nel centro del paese, è stato assaltato da un gruppo di persone incappuciate che hanno lanciato pietre e fuochi d’artificio. Nella cittadina di Oranje è stato invece un esponente del governo, il segretario di Stato alla Giustizia e alla Sicurezza, Klaas Dijkhof, responsabile del settore, ad essere insultato e minacciato da una folla inferocita dopo che aveva annunciato l’arrivo di 1200 rifugiati: solo l’intervento degli agenti lo aveva tolto d’impaccio. In diverse località, sono stati gli stessi sindaci ad opporsi alla prospettiva dell’arrivo dei richiedenti asilo, mobilitando i propri cittadini contro le decisioni del governo.

Ad essere sotto accusa appare infatti la stessa politica dell’esecutivo di centrodestra guidato dal liberale Mark Rutte che, in base alla ripartizione decisa in sede europea, ha annunciato nelle scorse settimane che entro due anni l’Olanda accoglierà circa 7000 rifigiati. Da quel momento, e mano a mano che venivano indicati i luoghi in cui i profughi si sarebbero installati, sono montate le polemiche e gli atti di violenza. «Ora però si è superato ogni limite, i fatti di Geldermalsen sono senza precedenti e non resteranno senza conseguenze», ha ammonito Dijkhoff.

Il governo, che sta già cercando di dissuadere in ogni modo l’arrivo di nuovi rifugiati e migranti, di recente ha fatto pubblicare su alcune testate locali come della Turchia un testo per spiegare che i nuovi venuti non troverebbero nel paese l’Eden che immaginano bensì una situazione difficile e soprattutto una preoccupante carenza di alloggi, non sente però montare solo la protesta della piazza. Alla luce del clima attuale, fotografato da un recente sondaggio del maggiore quotidiano locale, De Telegraf, il Partito della Libertà, Pvv, di Geert Wilders, populista, xenofobo e anti-musulmano, alleato a Bruxelles di Le Pen e Salvini, rischia di diventare la prima forza politica del paese: se si votasse ora passerebbe dai 15 seggi ottenuti nel 2012 a ben 35, sui 150 che conta il parlamento nazionale. Una sfida tutta in salita per la politica olandese se si tiene anche conto del fatto che dal 1 gennaio L’Aja assumerà per 6 mesi la presidenza di turno dell’Unione Europea.