L’Unione europea e gli stati membri devono mettere fine a respingimenti, espulsioni collettive e violenze contro migranti e rifugiati che continuano a ripetersi lungo le frontiere esterne. Lo ha chiesto ieri l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) con un appello che nasce dai tanti casi pratiche illegali e abusi realizzati dalle stesse autorità.

Hanno interessato 12.654 persone quelli documentati nelle 1.500 pagine del «Libro nero dei respingimenti», redatto dall’organizzazione Border Violence Monitoring Network e presentato a dicembre scorso al parlamento europeo dai partiti raccolti nel gruppo The Left.

«La sovranità degli Stati, compresa la competenza a mantenere l’integrità dei loro confini, deve allinearsi agli obblighi indicati dal diritto internazionale e rispettare diritti umani e libertà fondamentali di tutti», afferma Eugenio Ambrosi, capo di gabinetto Oim a Ginevra. L’Oim accoglie con favore le recenti indagini su respingimenti e violenze e si augura che il Patto europeo su immigrazione e asilo istituisca un meccanismo indipendente di monitoraggio delle frontiere. Tra le righe si legge una critica a Frontex, l’agenzia europea finita sotto accusa per i respingimenti nell’Egeo.

A gennaio, in seguito all’audizione a Bruxelles del direttore Fabrice Leggeri, The Left ha creato un gruppo di lavoro per controllarne l’operato. «Leggeri ha mentito due volte in Parlamento e se ne deve andare – afferma l’eurodeputata Sira Rego (Izquierda Unida), membro del «Frontex Scrutiny Working Group» – Ma le dimissioni di Leggeri non bastano. Il problema è Frontex stesso e le sue continue violazioni dei diritti umani nei confini dell’Europa. Il problema sono le politiche dell’Europa Fortezza».