Goel – che significa «il riscattatore» – è un consorzio di cooperative sociali che dopo essersi inventato un marchio di moda sociale (Cangiari) e aver rotto il mercato drogato imposto sulle produzioni agricole con le arance bio, continua il suo attivismo aprendo a Locri l’ostello della gioventù. Un ex albergo sequestrato alla malavita e ribattezzato «Locride», in onore a questa terra tanto dignitosa quanto martoriata e di cui aspira a diventare, appunto, simbolo di riscatto. Vincenzo Linarello è il fondatore di Goel.

Partiamo dall’ostello e dalla storia travagliata dell’assegnazione.

Il bene, confiscato nel 2005 alla ’ndrangheta, era stato ristrutturato dall’amministrazione comunale di Locri con i fondi sociali del Pon Sicurezza nel 2009, quasi 2 milioni di euro. Tuttavia la prima gara di assegnazione gratuita a termine decennale per enti no profit era andata deserta nell’indignazione generale. Di fronte a ciò Goel ha deciso di assumersi la responsabilità sociale di presentarsi alla nuova gara bandita dal comune, aggiudicandosi il bene che ritorna dunque alla collettività nel sano e giusto spirito della legge sui beni confiscati. Cercheremo di promuovere uno sviluppo turistico e sociale che restituisca valore al territorio in una modalità opposta e contraria all’usurpazione mafiosa che paralizza lo sviluppo e crea disoccupazione e precarietà per tutti.

A dieci giorni dall’assegnazione ha già subito un attentato. Come si convive con questo stillicidio di intimidazioni?

L’ostello ha subìto il furto della caldaia e del gruppo di pressurizzazione dell’impianto idrico con fuoriuscita in tutti i locali di acqua. Abbiamo danni stimabili in oltre ventimila euro. Ciò nonostante tutta la comunità di Goel è fermamente decisa ad andar avanti. Questo atto criminale, l’ennesimo di una lunga serie, ci motiva, anzi, a prodigarci per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie ad avviare prima possibile l’attività. Abbiamo già provveduto alla consegna delle chiavi e ci apprestiamo all’inaugurazione. La ’ndrangheta fa a questa terra ciò che gli autori di questo atto criminale hanno fatto all’ostello: distrugge e ostacola ogni possibilità di lavoro per la gente e di sviluppo per il territorio. Goel, invece, sta al fianco della gente, creando ogni giorno, dal nulla, speranza e lavoro. L’ostello sarà di alta qualità, ecogreen e l’abbiamo chiamato Locride proprio in quanto vuol essere icona della società che vogliamo, aperta, ecosostenibile, inclusiva, la società dell’accoglienza.

Oggi a Locri si svolge la manifestazione nazionale per la Giornata della memoria delle vittime di mafia. La vigilia è stata scossa dalle scritte contro Luigi Ciotti e Libera. E’ il segnale che i clan temono il protagonismo dell’antimafia e il risveglio delle coscienze?

E’ la solita retorica mafiosa secondo cui lo stato reprime e non dà risposte sociali. Tuttavia se l’antimafia si riduce a un vuoto simulacro di legalità e non si coniuga con un riscatto sociale e non si riempie di risposte c’è il rischio che la retorica strumentale delle ‘ndrine faccia presa negli strati più sofferenti della popolazione.

A Torino sei stato ospite della convention di Renzi e il tuo è stato tra gli interventi più applauditi. Goel si appresta a scendere in politica?

Ma Goel in politica c’è già. E’ nella politica del sociale, fuori dai partiti. Il nostro Manifesto per il cambiamento del 2015 è un vero manifesto politico e in quanto tale vogliamo socializzarlo con i partiti altrimenti si rischia l’autoreferenzialità. Siamo andati a Torino ma andremo altrove e ovunque troveremo sponde partitiche disposte ad ascoltarci.