Settant’anni, un compleanno che il festival di Locarno, al via oggi, festeggia con il nuovo palazzo del cinema e con un cartellone importante in quella linea autoriale, indipendente e al tempo stesso nel «sistema» che lo caratterizza differenziandone gli orizzonti da altri festival «maggiori», Cannes prima e la Mostra di Venezia subito dopo. La scommessa perseguita specie nelle ultime edizioni è quella di essere il luogo privilegiato per un cinema di ricerca, iscritto «nell’aria del tempo» – persino con qualche eccesso hipster – autori che nel sono gli esponenti di punta (in concorso, per citarne uno, troviamo Ben Russell con Good Luck, super16 per raccontare due universi al lavoro agli antipodi, una miniera in Serbia a 400 metri di profondità e i lavoratori che estraggono illegalmente l’oro nella giungla del Suriname) senza però rinunciare a una dimensione più da pubblico anche se sempre d’autore – premi a Adrien Brody, Piazza Grande dove si proietterà il nuovo film dei fratelli Safdie, visto a Cannes, Good Time con Robert Pattison.

Sotto il segno di Jacques Tourner, a cui è dedicata la retrospettiva, Locarno 2017 si apre oggi (fino al 12) con la proiezione in Piazza Grande del nuovo film di Noemie Lvovsky cineasta, sceneggiatrice, attrice tra le più esuberanti nel cinema d’oltralpe emerso negli anni Novanta con una predilizione sin dall’esordio – Oublie-moi, protagonista Valeria Bruni Tedeschi – per la commedia.

Demain et tous les autres jours è una storia al femminile, di cui Lvovsky è anche interprete e sceneggiatrice insieme a Florence Seyvos, con una mamma un po’ stravagante (Lvovsky) e una ragazzina, la piccola Mathilde che cerca di proteggerla. I ruoli si confondono, anzi si scambiano, la bimba sembra più saggia con l’ingegno di nascondere le stramberie materne a tutti per evitare che la portino via, che le separino. Poi a aiutarla arriva uno strano uccello parlante, regalo materno, che solo la piccola può sentire, pieno di consigli.

Se madre, figlia, infanzia e età adulta attraversano spesso i film della regista (ricordiamo Camille redouble), il modo di percorrerli sa con sapienza di scrittura evitare i riferimenti più riconoscibili nelle intuizioni di umorismo e delicatezza. E sempre con qualche sorpresa.