Roman Polanski – dopo le polemiche dei giorni scorsi – rinuncia alla presenza al Festival del film di Locarno. «Cari amici – si legge in un comunicato inviato agli organizzatori – mi dispiace dovervi comunicare che dopo aver constatato che la mia apparizione al festival avrebbe potuto provocare tensioni e controversie da parte di persone contrarie alla mia presenza, ma di cui rispetto le opinioni, ho deciso a malincuore di rinunciare a parteciparvi.

Carlo Chatrian, il direttore artistico, commenta la notizia in un video sul sito del festival: «La decisione di Roman Polanski di rinunciare al mio invito mi rattrista profondamente. Sono triste perché quell’idea di festival come luogo di incontro e discussione subisce oggi un duro contraccolpo». «Ho il massimo rispetto per la libertà di espressione di ognuno e mi sono dato l’obbligo di ascoltare ogni critica con la giusta attenzione. Ritengo però – sottolinea – che questa volta alcune posizioni abbiano passato il limite e attraverso la violenza verbale e la manipolazione della realtà siano diventate un inaccettabile attacco alla dignità della persona».

«Capisco e rispetto la decisione di Roman Polanski e spero davvero che questa mancata occasione di accrescimento non suoni come una vittoria di chi vuole imbrigliare il festival ma diventi una piattaforma per rilanciarlo come spazio di libertà e luogo di accoglienza». Polanski, cui il festival voleva consegnare un riconoscimento speciale, il 15 agosto avrebbe dovuto tenere una lezione di cinema per i giovani cineasti della Locarno Summer Academy e tutto il pubblico di Locarno. La sera precedente era invece atteso in piazza Grande per introdurre la proiezione di «Venere in pelliccia». A scatenare le polemiche di alcuni politici elvetici, l’accusa di stupro su una tredicenne avvenuto a Hollywood nel 1977.