Nonostante i ripetuti sforzi dei due maggiori partiti tedeschi – la Cdu e la Spd – di introdurre uno sbarramento per l’accesso al Parlamento europeo, pur più volte giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale del paese, a differenza dell’Italia, nessun «tetto» è stato posto.

Sarà così possibile in Germania eleggere un deputato anche con l’1% dei voti. (E però il Consiglio Europeo ha già deliberato che in futuro una soglia verrà considerata indispensabile in tutti i 27 paesi).

Grazie a questa norma potrà concorrere anche una piccola formazione come Primavera Europea, emersa da DiEM25, fondata da Yanis Varoufakis (che ne sarà a capo) e Sreko Horvat. Una lista che si rivolge nei fatti allo stesso elettorato della Linke, forse recuperando i disillusi, più probabilmente indebolendo l’una e l’altra.

Non si presenterà invece il movimento Aufstehen (Alzarsi!), polemicamente lanciato mesi fa dalla stessa presidente del gruppo parlamentare della Linke, Sahra Wagenknecht, e vicino all’orientamento di France Insoumìse di Mélenchon. Un’iniziativa al centro di polemiche all’interno del partito, anche con la richiesta di dimissioni da capogruppo al Bundestag di Wagenknecht. Lei stessa ora ha rinunciato a ogni carica nel partito e nel movimento che aveva fatto nascere.

Non si è peraltro neppure presentata al Congresso del partito per approvare programma e candidature per le elezioni europee. Ufficialmente perché malata, probabilmente anche perché Aufstehen non ha raccolto l’atteso successo ed è prevalsa la preoccupazione di una spaccatura.

Per dirla con le parole di un delegato «il congresso ha risposto all’esigenza della sinistra, che non ha bisogno di radicalizzare il suo linguaggio ma di rendere chiara la proposta perché una critica dell’esistente non basta più».

Ne è uscito un documento molto «europeo», 50 pagine con i temi sul tappeto – dalla sicurezza sociale al clima, all’immigrazione, al disarmo – con un marcato accento anti-sovranista. E però anche una forte richiesta di cambiamento dell’Unione, un Neustart (nuovo inizio): abolizione dei Trattati esistenti.

Il congresso ha avuto anche momenti di acceso dibattito ma si è concluso con l’approvazione da parte di una larga maggioranza del programma e delle candidature, un buon mix di quadri già sperimentati e di ragazze e ragazzi dell’est e dell’ovest. Con un’apertura a nuove alleanze con forze politiche progressiste europee.

C’è stato uno sforzo per indicare proposte concrete per sconfiggere le posizioni di chi ritiene l’Unione europea immodificabile per via del suo «codice genetico» così chiarendo che l’obbiettivo della Linke non è di distruggerla ma di cambiarla.