Un soggiorno in ascensore può custodire mondi: incontri, profumi, storie,ipotesi, sorprese: dal piano terra, su su fino al quindicesimo in questo strambo palazzo degli anni Venti del XXX secolo vediamo salire i personaggi più improbabili, mentre saliamo verso il tetto che domina questa città invisibile di calviniana memoria. Økapi, al secolo Filippo Paolini, è uno capace di far parlare lingue di popoli buffi ed alieni alle macchine; vero e proprio mago del sample e della tecnica burroghsiana del cut-up, frulla pezzi di frutta proveniente dalle terre più lontane ed esotiche con la leggerezza di un fumetto e la genialità di un poeta istantaneo che proceda per metafore sfuggenti.  Questo nuovo, eccellente disco, è un viaggio allucinato e gentile verso un cosmo intimo ed accogliente, nel cuore di un edificio musicale architettato con grande perizia ed una cura maniacale del dettaglio che rivela ancora una volta una musicalità fuori dal comune. One man band e pocket orchestra, il nostro applica una sensibilità da musicista provetto all’elettronica, elaborando uno zibaldone retro futurista tra Hal Willner, Walt Disney, audiovirus da pillola blu e le allucinazioni più carezzevoli di Aphex Twin. Da Roma, verso il mondo e altrove, genius at work.