La telecamera, nella fattispecie quella della trasmisione de La7 L’aria che tira, deve aver messo in agitazione il sindaco di Pimonte Michele Palummo, che il 3 luglio invece di contare fino a dieci-venti e anche trenta prima di esprimere un giudizio ha definito «una bambinata» uno stupro di gruppo su una ragazzina di 15 anni commesso da dodici minorenni. Il fatto è accaduto lo scorso anno a Pimonte (Napoli) e pochi giorni fa la vittima ha deciso di lasciare il paese in seguito al rientro di tre violentatori «messi in prova». Le sue parole sono state definite «inquietanti» dalla deputata di Sinistra Italiana Celeste Costantino e dall’associazione Frida Kahlo. Michele Palummo, in considerazione del fatto che il suo primo pensiero ha provocato l’indignazione generale (almeno di chi prende la parola sui media e sui social), ha sentito il dovere di rettificare e porgere le sue scuse alla ragazza e alla sua famiglia. Lo ha fatto meditando una nota scritta inviata a la Repubblica. Il sindaco, che ha 73 anni ed è nonno di tre nipoti, spiega di aver utilizzato un’espressione «infelice e assolutamente impropria, che non rispecchia affatto il mio pensiero, in quanto condanno, per principio, ogni forma di violenza e sopruso, tanto più se perpetrata contro una giovane donna». Lo stupro, spiega, «rappresenta un caso isolato, sicuramente una pagina buia della nostra storia». Dice che lavorerà per evitare che simili episodi si ripetano.