Dal prossimo primo febbraio Netflix renderà disponibili sulla piattaforma ventuno capolavori dello Studio Ghibli, nati dall’immaginazione di Hayao Miyazaki e di Isao Takahata, con personaggi come Totoro, Howl, Ponyo, la Principessa Mononoke e tutti gli altri. La diffusione mondiale escluderà il Giappone, il Canada, gli Stati uniti (dove lo Studio giapponese ha stipulato un accordo simile con Hbo Max) e la Cina al cui interno invece Netflix non è ancora presente. «Per la prima volta il catalogo dello Studio Ghibli sarà sottotitolato in 28 lingue e doppiato in quasi 20» hanno annunciato con entusiasmo da Netflix. I primi sette titoli comprendono tra gli altri Il mio vicino Totoro (1988), Porco Rosso (1992) o ancora Kiki consegne a domicilio (1989), dal primo marzo arriveranno anche la Principessa Mononoke (1997), il premio Oscar La città incantata (2001) mentre gli ultimi sette – Pom Poko (1994), I sospiri del mio cuore (1995), Il castello errante di Howl (2004), Ponyo sulla scogliera (2008), La collina dei papaveri (2011), Si alza il vento (2013) e Quando c’era Marnie (2014) – verranno resi disponibili a partire da aprile.

LO STUDIO di animazione giapponese più noto al mondo, fondato nel 1985 da Hayao Miyazaki e Isao Takahata, pur avendo – come dicono – ricevuto finora molte offerte era stato sempre restio a cedere i propri film alle piattaforme digitali anche in sintonia con una linea di animazione realizzata a mano e secondo la «vecchia scuola». La scelta di Netflix è stata condizionata da ciò che i responsabili dello Studio definiscono «le migliori opzioni». Ovvero? «Per quanto riguarda la creazione di contenuti l’impressione è quella di un reale sostegno agli autori e a progetti con un valore» ha dichiarato Toshio Suzuki, produttore e nome storico Ghibli. E ha aggiunto: «I nostri film sono stati pensati per il pubblico giapponese, ma il fatto che abbiano viaggiato in tutto il mondo giungendo a un pubblico sempre più vasto ci ha resi molto felici. Speriamo che questo accordo permetta loro di arrivare a un numero ancora maggiore di persone».