E’ facile che l’appassionato di videogame che giocò nel 2003 The Legend of Zelda Windwaker sul Game Cube Nintendo e che si è procurato una copia della sua riedizione in alta definizione per Wii U, lo infili nella console con la sola volontà di ammirare l’antico splendore marittimo rinnovato in HD del capolavoro di Eiji Aonuma e Shigeru Miyamoto ma che, nella tempesta di nuovi e validi titoli tra vecchia e nuova generazione, pensi di abbandonarlo presto, una volta sazio della bellezza di quel mondo acquatico ridipinto ad arte che egli salvò già tempo addietro.

Ma molto spesso non sarà così, poiché è ancora più facile perdersi di nuovo nella leggenda di Link e Dazel e arrivare ancora una volta allo scontro decisivo con Ganondorf, raccogliendo inoltre tutti i frammenti di cuore e portando a termine le avventure secondarie. Perché The Legend of Zelda Windwaker è uno dei giochi più grandi e coinvolgenti della storia e la sua riedizione lo veste di uno splendore cromatico che amplifica la bellezza cartoonesca del disegno e perfeziona ulteriormente la giocabiltà attraverso il touchpad con il secondo schermo. Vedere sul controller la mappa rivelare i suoi segreti mentre esploriamo i misteri oceanici di una terra affogata, senza dovere interrompere la navigazione per andare a studiarla nella schermata del menù di gioco, dona all’esperienza nautica un valore cartografico che ne aumenta il realismo fiabesco. E’ vero che nella versione Game Cube si poteva attaccare il Game Boy Advance alla console tramite un cavo e visualizzarvi le carte di navigazione, tuttavia qui la consultazione risulta più pratica, vera e immediata.

C’è la possibilità di vincere all’asta una vela magica, che mancava nell’originale, in grado di garantirci sempre il vento in poppa. Ma sembra studiata per i giocatori più pigri, poiché quella di farci giocare con il vento è una delle idee più geniali di Windwaker. E’ consigliabile usarla solo in una fase davvero avanzata del gioco, quando conosciamo ogni angolo del mondo e non ci resta che raccogliere gli ultimissimi bonus rimasti. Altrimenti è sempre meglio, per spostarsi velocemente, affidarsi ai cicloni che abbiamo addomesticato e che ci possono trasportare lontano. Usare la vela magica è un po’ come ingannare il vento.

Come se fosse la prima volta torniamo a fare suonare la bacchetta magica da direttore per “dirigere” l’orchestra aerea e assecondarla alla nostra volontà, a navigare per decine di minuti i mari tempestosi e placidi, a planare appesi alla grande foglia di un albero fantastico, a bombardare pirati malefici o piovre giganti, a esplorare contorti e spaventosi sotterranei, a combattere mostri cattivi e colossali, a cercare le isole di fate solitarie, a scoprire tesori sommersi, a giocare a nascondino con i monelli dell’Isola Taura, a cercare di colpire 500 volte il maestro di spada Sensei Ken per un quarto di cuore.

Nulla è superfluo in Windaker e trascurare le sue decine di isolette, ognuna delle quali contiene una sfida o una sorpresa, è quasi impossibile, poiché diventa un imperativo ludico quello di visitare ogni angolo della mappa percorrendo tutte le rotte possibili a bordo della barca senziente, Re Drakar.

Storia di un bambino che diventa marinaio ed eroe, Windwaker ha stravolto i canoni della saga leggendaria introducendo uno stile differente e un mondo affogato dalle acque, molto diverso da quello così terreno degli altri episodi; ma è riuscito a mantenere una sua unicità rivoluzionaria conservando la “zeldiana” e originale grandezza dell’invenzione di Miyamoto.

Videogame imperdibile per chi l’ha già giocato e sta attendendo la nuova Leggenda di Zelda che uscirà il 22 novembre per 3ds, videogame imprescindibile per chi se lo è perso allora o per chi era troppo piccolo per navigare le sue acque.