Al 51A di rue du Volga, 20° arrondissement, non lontano dal cimitero Père-Lachaise, ha sede il Collège de Pataphysique. La porta d’ingresso ha l’aspetto di un garage, niente campanello ma l’invito a bussare. Dentro tra pareti coperte da libri, quadri, sculture e gli oggetti più disparati, Thieri Foulc fa gli onori di casa. Da oltre 50 anni è nel Collège e dal 2012 ne cura le pubblicazioni in quanto Provveditore Generale Delegato del Trascendente Corpo dei Satrapi.
Ci sono molte definizioni di Patafisica, qual’é quella che preferite?
Secondo me definire la Patafisica non è alla nostra portata, non abbiamo le capacità intellettuali per definire la Patafisica. Jarry l’ha fatto, o più precisamente l’ha fatto il dr.Faustroll, ed é meglio lasciare a Faustroll quello che é di Faustroll senza cercare di rifarlo daccapo. Il mio punto di vista, ogni volta che mi pongono questa questione – non siete certo il primo – é che invece di cercare definizioni concettuali é meglio regalare una storia, una piccola storia. La più bella é stata immaginata da George Perec, e dice così: «tu hai un fratello, e lui ama il formaggio. Questa é fisica. Se tu avessi un fratello, lui amerebbe il formaggio. Questa é metafisica. Tu non hai un fratello, ma lui ama il formaggio. Questa é patafisica».
Il Collège é nato nel 1948…
Sì é stato fondato nel 1948 e ci sono parecchie cose da raccontare. Nel 1948 l’Europa usciva da un periodo difficile, come tutti sanno, e alcuni giovani che avevano attraversato questo periodo in Francia…c’era stata l’occupazione, la Resistenza, chi era stato nella Resistenza, chi nel collaborazionismo, altri, come Boris Vian, non era stato nè con gli uni nè con gli altri, ma erano pochi gli spiriti liberi di questo genere. Nel ’48 la Resistenza aveva vinto e tutti gli ex collaborazionisti erano molto malvisti. E poi c’erano i vincitori dell’ultima ora, i resistenti dell’ultimo giorno, chi prendeva il potere, i comunisti, i punti di vista degli intellettuali, il messaggio, l’impegno…in questa atmosfera, che coincideva tra l’altro con restrizioni alimentari nonché con alcune restrizioni intellettuali bisogna ben dirlo, alcuni spiriti liberi, che erano allo stesso tempo degli eruditi, degli scienziati, giovani interessati alla letteratura, si sono incontrati, alcuni si conoscevano da anni, anche da prima della guerra. É necessario tornare alla libreria di Adrienne Monnier, «La Maison des Amis des Livres», al 7 di rue de l’Odéon, l’aveva aperta all’inizio del secolo, nel 1915. In questa libreria era possibile prendere libri in prestito, cosa che attraeva molti giovani, e a differenza della maggior parte delle librerie aveva un gusto molto marcato per la letteratura, cosa che attirò molti scrittori. Tra questi c’erano scrittori già famosi come Paul Valéry, André Gide, Valery Larbaud, Léon-Paul Fargue, Antonin Artaud, Henry Michaux era un habituè della libreria. Il socio di Adrienne Monnier, Maurice Saillet – prima era stato un suo impiegato – era un uomo di lettere estremamente erudito, come non se ne trovano più tanti, non era un professore universitario, era un libraio, un amante della letteratura, ma con una conoscenza, una competenza… e scriveva, libri e tutte le settimane per anni articoli su varie riviste. Ha raccolto i suoi scritti su Lautréamont nel libro «Les inventeurs de Maldoror», quando i libri di Lautréamont erano ancora completamente sconosciuti e li si poteva trovare solo su qualche bancarella. Conosceva benissimo Alfred Jarry e aveva delle conoscenze alle edizioni «Mercure de France», che era stato l’editore di Jarry. Il direttore, il fondatore del «Mercure de France», Alfred Vallette, era l’esecutore testamentario di Jarry per le sue opere letterarie. Vallette aveva recuperato tutti gli scritti di Jarry, ma sapeva che pubblicandoli non poteva guadagnarci, non andavano, commercialmente parlando, quindi aveva chiuso tutto in un armadio. Nel 1948 Maurice Saillet recuperò quel materiale, documenti, disegni, testi di gioventù, manoscritti d’ogni tipo e ne parlò con diverse persone tra cui il dr. Sandomir. Anche lui conosceva bene Jarry, e come Saillet era uno specialista di Rimbaud… erano dei giovani impregnati di letteratura, di quella letteratura, e pare che a un certo punto Saillet abbia pronunciato la formula «Collège de Pataphysique». C’era già il Collège de Sociologie, fondato da Bataille, un Collège de Philosophie che dava conferenze…come e perchè si arrivò a parlare di Collège de Pataphysique non si saprà mai, ma l’idea prese piede e in qualche mese fu redatto uno statuto, un calendario patafisico, si assegnarono dei ruoli…
Lo statuto e’ mai stato cambiato?
No, é sempre lo stesso, é irriformabile. Il primo vicecuratore é stato il dr. Sandomir, poi il Barone Mollet, Opach e poi Lutembi, – un coccodrillo, siamo convinti che sia morto, ma é stato un coccodrillo del quale abbiamo potuto ricostruire se non tutta la vita almeno la personalità, il ritratto, le sue attività, é stato un coccodrillo famoso.
Ha scritto qualcosa?
Certo, sono state pubblicate dalla rivista del Collège, «Viridis Candela», e proprio ora é in fase di stampa una raccolta di tutti gli articoli di Lutembi.
Cosa é stata l’Occultazione?
Prima di parlare dell’Occultazione é opportuno parlare un po’ del primo periodo del Collège, perchè per occultare c’é bisogno che ci sia qualcosa da occultare. Nel suo sviluppo il Collège ha fatto diverse cose rimarchevoli. In primo luogo – riassumendo – ha pubblicato molte opere di Jarry e ha organizzato una grande esposizione nel 1953, l’«Expojarrysition», con circa 60 tra libri, manoscritti, oggetti, manifesti e un catalogo, che resta a tutt’oggi la base per gli studi su Jarry. Ma é interessante ricordare Maurice Saillet, il dr. Sandomir e Jean–Hugues Sainmont che era il suo segretario. Saillet vedeva le cose da un punto di vista letterario, per lui la patafisica era un ingrediente letterario dell’opera di Jarry. Per il dr. Sandomir era il contrario, vedeva la letteratura come un aspetto della patafisica, e questi due punti di vista hanno fatto sì che oltre agli studi sull’opera di Jarry la patafisica venisse sviluppata per se stessa, in quanto scienza delle soluzioni immaginarie, un punto di vista, uno sguardo un po’ ironico, divertito, sul mondo.
Un atteggiamento mentale?
Una filosofia certo no, direi un accento, un modo particolare di esprimere le cose, un certo tono che si mette nel discorso, una piccola musica particolare che fa sì che non si guardino le cose piattamente come fa la maggior parte della gente. In questo primo periodo sono intervenuti nella vita del Collège una serie di spiriti di una certa importanza e apertura, il primo é stato Raimond Queneau, arrivato anche prima del debutto di «Viridis Candela», per il primo numero era già là, poi Jacques Prévert che i fondatori conoscevano dal 1935 o 1936, Eugène Ionesco, che ha pubblicato «La cantatrice calva» e altro sulla rivista, e giovani come Jean Dubuffet, Michel Leiris…
Viridis Candela ha pubblicato per prima parecchi grandi autori…
Sì per esempio Boris Vian, aveva già pubblicato dei libri ma le sue opere teatrali sono state pubblicate in gran parte dal Collège. Ma per tornare all’Occultazione… nel 1973 é morto il satrapo Latis, uno dei fondatori, l’ho conosciuto, l’ho anche portato all’ospedale quando ha avuto un infarto al miocardio, era l’animatore principale del Collège con un altro nome all’inizio e alla fine con il nome di Latis. É morto il 2 settembre 1973. In quel momento c’era ancora nel Collège una persona straordinaria, Jean Ferry, non molto noto al grande pubblico in quanto sceneggiatore cinematografico, ma ha scritto centinaia di film, alcuni sono dei classici, con Clouzot, Louis Malle e tanti altri. Finché c’era lui il Collège poteva continuare, con la coscienza patafisica di Ferry si poteva andare avanti, ma Jean Ferry é morto proprio l’anno dopo, il 5 settembre 1974, e allora i responsabili del Collège si sono domandati che fare. Si poteva continuare a pubblicare la rivista, ma certo non si poteva pubblicare chissà cosa senza qualcuno che garantisse della qualità patafisica. Si pose dunque la questione se continuare o meno le attività del Collège. C’erano argomenti a favore e contro. Sua Magnificenza Opach prese una decisione difficile, sottile, e molto intelligente. Disse non possiamo fermare il Collège perché se lo facciamo ci saranno sempre imitatori che faranno cose che più o meno bene somiglieranno al Collège, ma é difficile continuare alla stessa maniera, e quindi ha detto nascondiamo il Collège, smettiamo di utilizzare questo nome ma continuiamo a pubblicare opere patafisiche con un nuovo organismo, che fu chiamato il Cymbalum Pataphysicum. Il Collège de Pataphysique é rimasto nascosto, sotterraneo, occultato. Non si é detto che non esisteva più, esisteva, ma non si manifestava, e per 25 anni non si é manifestato in pubblico, e questo ha obbligato i patafisici a lavorare per 25 anni con un altra etichetta, un altro nome, e 25 anni dopo il Collège era di nuovo là.
Per 25 anni é stato sospeso anche il calendario patafisico?
Esattamente e ti spiego perchè. Sua Magnificenza Opach aveva detto che il Collège sarebbe rimasto occultato fino all’anno 2000, e ovviamente si pose la questione se si trattasse dell’anno 2000 del vero calendario, quello patafisico, cosa che avrebbe significato una lunghissima attesa, eravamo solo all’anno 127, o se fosse invece l’anno 2000 del calendario ordinario. Un giorno ho ricevuto da sua Magnificenza una lettera in cui mi diceva «possiamo anche attendere una ventina d’anni!», e così abbiamo capito che si riferiva al calendario ordinario e che quello patafisico era occultato insieme al Collège. Ricapitolando, c’é stata la creazione del Collège, 23 anni di attività, 25 anni di occultazione, nel 2000 ci si manifesta di nuovo e nel 2001 per il primo anniversario della disoccultazione si eleggono dei nuovi satrapi con una piccola festa a casa di Arrabal con nove satrapi, lo scultore Barry Flanagan, Dario Fo, Umberto Eco, Edoardo Sanguinetti, la scrittrice Barbara Wright…
Dario Fo ha approfondito i suoi rapporti con il Collège?
Non credo, era amico di Baj, con Fo ci siamo sentiti una sola volta al telefono, poi ho visto che é intervenuto nella politica italiana, e con un certo vigore…
A Parigi c’e’ una «Société des Amis d’Alfred Jarry», li conoscete?
Sì certo, sono degli amici, persone che considerano lo studio di Alfred Jarry dal punto di vista universitario e che fanno quindi dei testi, più o meno interessanti, a volte molto interessanti. Ma il punto di vista universitario non é il nostro.
Il vostro titolo é «Procuratore generale delegato»…
Sì, per diversi anni sono stato il responsabile editoriale del Collège, ora ho pensato che fosse opportuno trasmettere l’incarico a persone più giovani, io faccio un po’ da supervisore, li aiuto, collaboro, ma dal punto di vista editoriale ora ci sono tre responsabili, più giovani.
Quando siete entrato nel Collège?
Parecchio tempo fa, nel 1965. Avevo 22 anni e già da diversi anni leggevo le loro pubblicazioni. Nel 1959 avevo 16 anni, ho visto una rappresentazione di «Ubu» al Teatro Nazionale Popolare, un grande teatro diretto da Jean Vilar, una troupe molto bella, non esiste più, hanno meso in scena «Ubu Re» nel primo atto e «Ubu incatenato» nel secondo con un miscuglio di testi, canzoni, tagli, aggiunte… non troppo accettabile ma con attori straordinari. Georges Wilson che faceva Ubu era sbalorditivo, anche Rosy Varte che faceva Madre Ubu era notevole, é stato uno spettacolo che ha segnato la sua epoca. Subito dopo sono andato in varie librerie, nella Librairie du Palimugre di Jean-Jacques Pauvert, che poi é diventato anche editore, e alla libreria Le Minotaure, in rue des Beaux Arts, famosa per il suo gusto per il cinema, il cinema fantastico, e per cose un po’ marginali, e lì avevano anche la rivista del Collège. Nel 1965 sono partito per insegnare come professore in Algeria e là non c’erano pubblicazioni del Collège, e allora mi sono iscritto per riceverle. Quindi col tempo ho iniziato a collaborare, a organizzare eventi.
E’ facile vedere «Ubu» nei teatri di Parigi?
Ogni tanto va in scena, ma non sono molti gli adattamenti fatti veramente bene…il migliore é l’«Ubu Re» di Michael Meschke, il direttore svedese, ha fatto il giro del mondo, con marionette e attori con maschere, veramente notevole, e un altro non meno notevole é stato fatto da Enrico Baj con Massimo Schuster, che é un marionettista. Enrico ha fabbricato delle marionette meccaniche che Schuster faceva muovere in scena. Un terzo «Ubu» notevole é quello di Jean-Christophe Averty, lo ha fatto per la tv e lo si può trovare in dvd.
Tra i satrapi del Collège ci sono anche i fratelli Marx, c’é stata una cerimonia?
No, non credo ci siano stati dei rapporti reali con i fratelli Marx, la loro elezione tra i satrapi é qualcosa di emblematico, simbolico.
Pensi che abbiano saputo di essere stati nominati satrapi?
Può essere, bisognerebbe rileggere gli scritti di Groucho, credo che menzioni il Collège da qualche parte..
Tra i satrapi ci sono anche animali…
Sì Ergé il cane di Prevert, Papillon, l’asino che ha trasportato da giovane il satrapo Latis, conosceva la strada, non c’era bisogno di guidarlo. E poi la tartaruga Mata Mata, non l’ho conosciuta, era la tartaruga del dr. Sandomir.
Ho cercato invano la tomba di Jarry
Jarry é stato sepolto nel cimitero parigino di Bagneux, a spese di alcuni amici, ma in seguito – non c’erano familiari oltre a sua sorella che non aveva soldi – non é stata pagata la concessione per la tomba e quindi essa é sparita. Su internet ci stanno dei giovani che pretendono di aver ritrovato la tomba ma é un falso. C’é una tomba senza nome dove c’era una volta la tomba di Jarry, ma quella tomba é stata riutilizzata non si sa quante volte…
Il Collège ha una sede centrale?
Ci siete dentro…. Il primo giorno di ogni mese patafisico facciamo qui una riunione aperta agli iscritti, l’ultima volta sono venute 34 persone, e si discute, per fortuna non tutti parlano, io racconto delle storie, qualcuno porta i suoi lavori, progetti, documenti, che possono finire in «Viridis Candela», si beve del vino, non é la riunione del comitato centrale nel senso più triste del termine, é una riunione conviviale.
Il Collège organizza manifestazioni aperte al pubblico?
A volte. Nel 2007 abbiamo fatto gli «Stati Generali del Pelo» al Palais de Tokyo a Parigi, tre giorni con interventi di giovani del Collège e giovani esterni sul tema del pelo, si é parlato di peli di ogni genere.
Quanti iscritti ha il Collège?
Non lo dico, troppi
Quante copie «Viridis Candela»?
Idem, non lo dico, questo é l’esemplare numerato n. 444, ma vi sono molti esemplari non numerati
Da poco é diventata vicecuratrice del Collège una donna, Tania Peixoto, é un po’ una rivoluzione…
Non direi, agli inizi del Collège vi erano già delle donne, la Provveditrice generale, é morta quasi subito, era Mélanie le Plume. Ci sono state delle Reggenti, come Ursula Vian la moglie di Boris, la pittrice Françoise Gilot e posso rivelare che il coccodrillo Lutembi, quarto vicecuratore, era in effetti una vicecuratrice. Con tutta probabilità sulla base di testimonianze di gente che é stata sul lago Vittoria, era un coccodrillo femmina. Tanya Peixoto é una donna magnifica, non solamente per il suo charme naturale ma per la sua intelligenza, le sue capacità e per il fatto che parla diverse lingue, il francese fluentemente, l’inglese, vive a Londra, e lo spagnolo in quanto é di famiglia di origine spagnola. Ha una libreria che ospita solo libri di artisti, edizioni molto particolari, ma non solo libri di lusso. Al Collège non teniamo in alcun conto queste «differenze», non ci chiediamo se sia logico o no, se sia accettabile o no avere un cane o un gatto o un coccodrillo tra i dignitari, e ovviamente ci può essere una donna. A questo proposito mi ricordo di un discorso di Enrico Baj, eravamo nella Svizzera italiana, che sottolineava l’importanza dell’accettazione di tutti nel Collège, non escludeva nessuno, era pronto ad accettare anche matrimoni con pesci rossi.
La carica di vicecuratore ha una scadenza?
No é a vita. Se dà le dimissioni può essere sostituito altrimenti no.
Ci sono altri istituti patafisici nel mondo…
Ci sono molti gruppi nel mondo più o meno attivi, più o meno seri, i più interessanti sono il London Institute of Pataphysics, L’Accademia Olandese di Patafisica ad Amsterdam e l’Istituto di Alti Studi Patafisici di Buenos Aires.

LUTEMBI E GLI ALTRI SATRAPI
Nel suo romanzo del 1898 «Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico», Jarry delinea le caratteristiche della «scienza delle soluzioni immaginarie» che sta alla metafisica come questa sta alla fisica.
Il Collège de Pataphysique é un organismo complesso. In cima – «Curatore inamovibile» – c’é lo stesso Faustroll, assistito dal babbuino Bosse-de-Nage. Un vicecuratore (Sua Magnificenza) assicura che il Collège operi nello spirito dell’inutilità patafisica. I beni del Collège sono curati dai Provveditori (Serenissimi), mentre i Reggenti sono titolari di varie cattedre ( «Mitografia delle scienze esatte e delle scienze assurde», «Coccodrillogia», «Velocipedologia» etc). Poi i Datari (funzionari-dignitari), gli Auditori e i Corrisponenti. Il ruolo dei Satrapi (Trascendenti) é lasciare che la patafisica, tramite loro, si irradi. Sono oltre un centinaio, per citarne alcuni: Lutembi, Mata-Mata, Prévert, Queneau, Duchamp, Ergé, Max Ernst, Vian, René Clair, Ionesco, Miró, Man Ray, Arrabal, Baj, Eco, Fo, Sanguineti. Sono detti Patacessori alcuni precursori patafisici come Luciano di Samosata, Cyrano de Bergerac, Daumal, Rabelais, Swift, il Conte di Lautréamont.
Il Collège ha avuto 5 vicecuratori, Sandomir, Jean Mollet (amico e non-segretario di Apollinaire che gli diede il titolo di barone), Opach, Lutembi e Tania Pixoto.
Lutembi é un coccodrillo vissuto nel lago Vittoria in Uganda, in una baia ora detta Lutembe Bay. Quando in quella regione veniva commesso un delitto, il presunto colpevole veniva lasciato legato sulla riva della baia, e se il giorno dopo non era stato mangiato da Lutembi, veniva assolto. I primi dati su Lutembi risalgono al 1883. Nel 1929 fu in un film – andato perso – del regista inglese Cherry Kearton. Il suo «culto» rimase vivo fino agli inizi degli anni 60. Con le zampe anteriori, attraverso un sistema di segni, lascia i suoi messaggi sulla sabbia, che un addetto del Collège decifra.
Il Calendario Patafisico perpetuo, di 365 giorni, è diviso in 13 mesi: Assoluto, Haha, Asse, Sabbia, Decervellaggio, Gole, Pedale, Clinamen, Palotino, Merdra, Giduglia, Tatana, Fallo. Ogni mese conta 28 + 1 giorno. I’1, l’8, il 15 e il 22 sono domeniche e tutti i 13 sono venerdì. Ogni giorno ha un suo «santo», a iniziare da Alfred Jarry (1 Assoluto) per continuare con altri soggetti più o meno connessi a Jarry: Ubu, Maldoror, l’amore assoluto, Santo Preservativo, santo Assenzio etc. L’inno del Collège è «La chanson du décervelage», parole di A. Jarry, musica di C.Terrasse.
Per iscriversi al Collège e a «Viridis Candela»: college-de-pataphysique.fr (m.d.f.)