Il futuro è diventato difficile da pensare. Faccio un esempio concreto. Ogni anno, in questo periodo, lavoro con i miei studenti al loro orientamento universitario. Ora, i percorsi professionali o di ricerca che vengono loro proposti sono pensati come una riproduzione del mondo che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Ma loro, non a torto, sentono che quel mondo volge al fine. A che serviranno economisti, sociologi o avvocati se la società collassa? Perché studiare design o storia dell’arte se tra dieci anni il problema principale sarà l’accesso a cibo e acqua?

CERTO, il fatto che il futuro non riproduca il passato o che non prolunghi il presente sembra naturale. Ma oggi è proprio il cambiamento che sembra precluso. Il venir meno del presente non apre ad un possibile ma ad un avvenire senza futuro. Questo pensiero è deprimente. E spiega le difficoltà della sinistra. La nostra parte politica è infatti definita dal fatto di guardare lontano, sia nello spazio che nel tempo. Gilles Deleuze parlava di «indirizzo»: essere di sinistra vuol dire rivolgersi a ciò che è distante da noi. Essere di destra è guardare nell’immediato e intorno a sé. Nell’incapacità di fare la prima cosa, il secondo sguardo prende il sopravvento.

Allora cosa augurarsi? Paradossalmente, la speranza sembra venire da un uomo attempato. È un senatore del Vermont, nato a Brooklyn nel 1941, figlio di ebrei polacchi. Ha studiato nelle scuole pubbliche. È stato arrestato nel 1963 ad una marcia per i diritti civili. Nel 1981 è diventato sindaco di Burlington sotto l’insegna del socialismo democratico. Quattro anni fa ha mostrato all’America e al mondo che è possibile ottenere consenso con un programma progressista e facendo a meno del grande capitale. L’establishment del partito democratico gli ha preferito Hillary Clinton. Ma oggi si è rifatto avanti con un movimento politico di ineguagliata potenza e vigore.

QUANDO i giornalisti gli chiedono come farà, semmai verrà eletto, a far passare le sue riforme sociali, risponde: con la mobilitazione popolare, portando in strada milioni di persone che chiedono l’aumento del salario minimo, l’educazione gratuita, un sistema sanitario nazionale gratuito. È il solo candidato a prendere sul serio il problema ecologico. Il solo a dire chiaro e tondo che il capitalismo non è in grado di risolvere i problemi che affliggono il mondo. Si chiama Bernie Sanders. Se verrà eletto, il 2020 non somiglierà al 2019. Cosa si può voler d’altro?