Un focus sul londinese Jeremy Deller, l’anteprima italiana di No More Reality Whereabouts di Philippe Parreno, il ritratto della fotografa siciliana Letizia Battaglia «disegnato» della regista inglese Kim Longinotto (con il suo Shooting the mafia), ma anche l’anteprima assoluta di Romanistan di Luca Vitone (domani, ore 22), roadmovie a ritroso lungo le strade percorse dal popolo Rom a partire dal VII secolo, invertendo la rotta dall’Europa all’India (all’artista è dedicata anche una mostra personale presso il Centro Pecci di Prato, visitabile fino al 2 febbraio 2020). E poi Welcome Palermo del duo Masbedo, evoluzione narrativa del progetto Videomobile presentato per Manifesta 12, con il vecchio furgone merci Om degli anni Settanta trasformato in un carro-video.
Sono questi solo alcuni dei film, documentari e incontri dal vivo promessi dal festival Lo Schermo dell’arte (diretto da Silvia Lucchesi) a Firenze, la cui dodicesima edizione si terrà da oggi e fino al 17 novembre presso Palazzo Strozzi, il cinema La Compagnia e Palazzo Medici Riccardi.
Così, se Deller oltre al suo percorso di immaginario in video proporrà in visione anche l’ultimo Putin’s Happy (2019), l’ascesa del populismo di destra in Gran Bretagna, Chuck Smith porterà in sala il suo Barbara Rubin and the Exploding NY Underground, che narra la storia di una ragazza ribelle, interna ai movimenti degli anni Sessanta americani, Factory compresa. Ci sarà anche un ritratto di Ettore Spalletti per mano di Alessandra Galletta, un tributo al maestro abruzzese tornando nei luoghi da cui ha tratto ispirazione per il suo coerente lavoro.
La rassegna rivolge uno sguardo anche agli autori under 35 con Visio. European Programme on Artists’ Moving Images, curata da Leonardo Bigazzi alla cui open call hanno risposto più di cento artisti provenienti da trentacinque paesi. Le loro produzioni saranno in mostra a Palazzo Strozzi fino al 1 dicembre.
Stasera, alle 18, sarà proiettato quel collage che può essere definito un «film di film» di Philippe Parreno (No More Reality Whereabouts): sono spezzoni di lavori dell’artista francese che infrangono lo spazio tradizionale e danno vita a un’opera ibrida, a metà fra il cinema puro e l’evento sensoriale.