Nel processo fotografico la luce dà corpo alla rivelazione, traducendone la pregnanza, definendone i contorni. Una trascrizione che è sempre in bilico tra realtà e finzione, verosimiglianza e mistero, fertile di contaminazioni che sono espressione di libertà e soggettività. La visione aperta è un obiettivo irrinunciabile anche per il SI FEST (8-24 settembre), che oltre ad essere il festival fotografico più longevo d’Italia conferma le sue doti in fatto di qualità e professionalità.
Per questo ventiseiesimo appuntamento, promosso dall’Associazione Savignano Immagini con il Patrocinio e il sostegno di Comune di Savignano sul Rubicone, Assessorato alla Cultura e al Turismo e Regione Emilia Romagna, Assessorato alla Cultura, il comitato artistico (costituito da Silvia Camporesi, Alessandra Capodacqua, Danilo Montanari, Fabio Galassi, Giulia Marchi e Francesca Parenti) ha scelto il titolo di Ad Confluentes, proponendo un percorso articolato, territorio d’incontro di ricerche diverse che si pone come ideale prosecuzione della precedente edizione Alea Iacta Est.

Itinerari
Al progetto In Quarta Persona di Martin Errichiello & Filippo Menichetti, vincitori del Premio Marco Pesaresi per la Fotografia Contemporanea 2016 è affidata l’immagine guida del festival: un frammento di paesaggio sospeso, catturato lungo la traiettoria della Salerno-Reggio Calabria. Simbolica raffigurazione di uno spazio architettonico-paesaggistico che è anche geopolitico e stimola emozioni contrastanti in cui «utopia e tradimento» compongono «il mosaico di un immaginario fatto di oggetti e documenti». L’idea centrale del festival è quella di tracciare, come facevano gli antichi romani, una sorta di itinerarium – dalla Vecchia Pescheria al Consorzio di Bonifica, Palazzo Martuzzi galleria Montemaggi Designer, Monte di Pietà ed altre location – che ripropone le tappe di una cultura visuale basata sulla sperimentazione che ha sempre riservato attenzione al territorio.
Anche quest’edizione del festival propone, infatti, progetti inediti come la campagna fotografica Etnografia delle società complesse, il caso Unione Rubicone e Mare (a cura di Aniello Barone), un’indagine di carattere etnografico e antropologico sull’impatto e i mutamenti legati ai flussi migratori e Attraversa il (tuo) Rubicone di Albert&Verzone in cui vengono esposti in un allestimento site specific gli scatti realizzati dai due fotografi dell’Agence Vu in occasione della passata edizione della rassegna, quando hanno realizzato un atelier coinvolgendo la gente del posto, il pubblico del festival e il fiume che attraversa la città.

La storia
Un approccio più tradizionale, ma non per questo meno intenso, è l’omaggio al fotografo locale Pier Paolo Zani, vincitore nel 1979 del Premio Epoca per il tema «La gente», con la mostra Terre e uomini. Tra memoria e sentimento (a cura di Mario Beltrambini e Paola Sobrero). L’ambiente rurale è raccontato attraverso un sapiente uso del bianco e nero, con un’attenzione e sensibilità che porta l’autore a soffermarsi, in particolare, sugli oggetti e sulle mani.
Il potere della fotografia come strumento per documentare e sensibilizzare la società sui problemi più immediati è esplorato anche nella mostra storica Farm Security Administration: le stampe della Library of Congress al CSAC (a cura di Francesca Parenti) con una selezione delle oltre trentamila fotografie custodite nella prima istituzione universitaria italiana a occuparsi di fotografia, lo CSA-Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Dorothea Lange, Arthur Rothstein, Marion Post Wolcott, Jack Delano, Ben Shahn, Gordon Parks. Fotografi che hanno sempre dato importanza al dettaglio, consapevoli – come Gordon Parks – di avere in mano «un’arma contro povertà e razzismo» ed in parte fiduciosi in quella visione di speranza, redenzione, giustizia, progresso di cui le loro fotografie si facevano portavoce.
L’archivio è il punto di partenza per il nuovo lavoro di Mario Cresci, uno dei più grandi interpreti italiani della fotografia concettuale, In viaggio con Lauro Messori 1960/2016 (a cura di Mario Cresci e Mario Beltrambini). Il viaggio Cresci-Messori è una costruzione che nasce dalla scoperta, all’interno dell’archivio ENI di Pomezia, del fondo del geologo dell’Agip Luca Messori. Centinaia di provini fotografici, realizzati in Iran tra il 1958 e il 1960, che vengono ricomposti da Cresci dando vita ad un nuovo archivio in cui la narrazione, filtrata dalla suggestione delle immagini stesse, acquisisce un ritmo cinematografico. Grande sperimentatore, il fotografo ha intuito tempestivamente l’importanza della percezione, facendone il motore della sua ricerca artistica.

I viaggi
Sempre in tema di viaggio, Davide Monteleone è curatore della selezione di fotografie inedite del fotografo riminese Marco Pesaresi scomparso prematuramente nel 2001 (a lui è intitolato il già citato Premio Marco Pesaresi per la Fotografia Contemporanea giunto quest’anno alla 16ma edizione), lungo il percorso della Transiberiana. Monteleone presenta al SI FEST anche il progetto Spasibo: un’indagine sull’identità del popolo ceceno da cui trapelano la violenza e le forti pressioni psicologiche dovute ai profondi mutamenti socio-culturali dell’ultimo decennio. È un viaggio, del resto, anche iDyssey di Stefano De Luigi che mappando il percorso descritto nell’Odissea ridefinisce il concetto di confine. Un viaggio, il suo, che è anche tecnologico, avendo realizzato questo lavoro dalla forte pregnanza poetica scattando immagini con due iPhone. Il patrimonio artistico e la mutabilità dell’attuale contesto europeo sono al centro, poi, della serie inedita Metamorphoses di Karen Knorr, in cui la fotografa di nazionalità americana s’ispira alle Metamorfosi di Ovidio. Migrations (a cura di Niccolò Fano) è una mostra in cui viene presentata anche India Song, un lavoro tra il visionario e il documentario che testimonia la fascinazione di Knorr per la cultura indiana e il suo immaginario zoomorfo, fonte per le rappresentazioni allegoriche con cui veicola le contraddizioni e gli aspetti critici di quella società.

Gli studenti
Tra le altre mostre del SIFEST26, oltre al circuito Off, anche i progetti realizzati dagli studenti dell’ISIA di Urbino, Nico Mingozzi. De humani corpori fabrica (a cura di Giulia Marchi), Graziano Panfili. Di padre in figlio (Vincitore del Premio Portfolio Italia 2016 – Gran Premio Hasselblad e del Premio SI Fest «Lanfranco Colombo» 2016), Basso Cannarsa. Conoscenze necessarie (a cura di Giulia Marchi e Massimiliano di Teodoro) ed una selezione di sessanta immagini delle fotografie della Collezione di Donata Pizzi – Il tutto è maggiore della somma delle parti (a cura di Silvia Camporesi) – esposta anche alla Triennale di Milano nel 2016 che ricostruisce lo sguardo al femminile della fotografia italiana degli ultimi cinquant’anni.

Le immagini
La collezionista ha acquistato la sua prima foto nel 2015: un’immagine di Lisetta Carmi, a cui se ne sono aggiunte circa duecentocinquanta tra opere immagini fotografiche e libri d’artista. Un omaggio alla sensibilità e alla creatività tutta al femminile che coinvolge autrici italiane di diverse generazioni, tra loro Tomaso Binga/Bianca Menna, Letizia Battaglia, Lina Pallotta, Paola Agosti, Bruna Esposito, Alessandra Spranzi, Malena Mazza, Marzia Migliora, Elena Givone, Moira Ricci.