Dopo la «roba da frocetti» e dopo «zingari di merda» detto a microfoni accesi, il campione rugbista Andrea Lo Cicero ne combina un’altra, che stavolta potrebbe – o almeno dovrebbe, in una Capitale normale – costargli definitivamente il posto da assessore allo sport che la nuova sindaca di Roma Virginia Raggi gli aveva offerto. A raccontare al manifesto il nuovo episodio di cui l’omone si è reso protagonista ieri è Eloisa Covelli, giornalista free lance impegnata ieri in un servizio per L’Aria che tira, la popolare trasmissione del mattino di La7 condotta da Myrta Merlino. «Ero arrivata dalle parti della casa-azienda agricola di Lo Cicero, nella zona di Nepi», racconta la cronista. «Il villone è circondato da filo spinato e telecamere. Per questo ho preso una strada di campagna laterale, che non ha alcuna segnalazione di proprietà privata. Ma la strada era chiusa e per questo dopo pochi metri torno indietro. E invece mi si para davanti Andrea Lo Cicero con il suo macchinone, una Range Rover. Scende intimandoci di andar via, si avvicina all’operatore e gli stacca l’obiettivo della telecamera, tenendoselo. Poi rompe anche il lettore video. Poi torna in macchina e la parcheggia in modo da non farci più uscire dalla strada». A questo punto giornalista e operatore – ironia della sorte, dato le idee politiche del rugbista, è uno straniero regolare di nome Francisco – si attaccano al telefono e cercano aiuto. Intanto Lo Cicero ci ripensa e restituisce, così racconta Covelli, ai due reporter l’obiettivo della telecamera. Che può ricominciare a girare.

A questo punto arrivano, chiamati da Lo Cicero ma anche dai giornalisti, e a quel punto il macchinone viene finalmente spostato. Chissà cosa voleva ottenere, il rugbista, impedendo alla macchina di muoversi. I due cronisti seguono i carabinieri al comando di Nepi e sporgono denuncia per violenza privata e danneggiamento. Per l’Aria che tira è l’ora di chiudere la puntata ma Merlino fa in tempo a raccontare l’episodio. Le immagini andranno in onda oggi.

La vicenda fa rapidamente il giro del web, scatenando ilarità e indignazione verso il rugbista. Ma soprattutto sollevando una generale richiesta alla neosindaca a 5 stelle di ritirare la proposta di assessorato a uno che sta dando prova prova di inciviltà di vario genere. Uno insomma inadatto a fare il paladino dello sport della Capitale d’Italia e tantomeno il promotore delle «politiche giovanili».
In serata Lo Cicero smentisce tutto, per quel che può. Affidando a facebook la sua versione: «La giornalista insieme al suo operatore hanno violato la mia proprietà privata, irrompendo in casa mia senza alcuna autorizzazione del sottoscritto ed invadendo, dunque, la privacy del sottoscritto, della mia famiglia e del mio domicilio», scrive. Non c’è stata dunque «nessuna aggressione» da parte sua, assicura. Solo «un invito» «ad allontanarsi». Lo Cicero racconta di valutare se sporgere denuncia, ma fino alla serata di ieri nessuna denuncia era arrivata ai carabinieri di Nepi da parte sua.

Il rugbista posta anche un video che ritrae la giornalista al telefono, che racconta di aver subito un’aggressione con l’operatore e di essere «ostaggio» di Lo Cicero che «blocca la mia auto con la sua auto», scena che infatti si vede perfettamente dalle immagini. Per Lo Cicero però quello della cronista è «un vero e proprio siparietto del ridicolo, mentre io me ne sto fermo e il suo cameraman riprende il tutto beatamente».