Se esiste un luogo che assorbe e (ri)genera la musica secondo le proprie tradizioni è Napoli. Il variegato tessuto urbano produce però sempre sonorità riconoscibili, atmosfere, linguaggi non codificati, percepibili camminando per i vicoli del centro o nelle piazze. Livio Cori può essere etichettato sotto il genere musicale «urban», prende a piene mani da tutto il corredo che la sua città gli ha donato, sin da bambino, integrandolo con quello interiorizzato dal mondo fuori. La controprova è questo nuovo album dal titolo già emblematico, Femmena, pubblicato dalla sua creatura, l’etichetta Magma, uno spazio di produzione dove sviluppare liberamente il proprio percorso artistico, dopo essere uscito dalle file di Sugar.

CANTATO IN ITALIANO e in napoletano, elaborato insieme al produttore e chitarrista Eitaway, nel disco ha sviluppato un dialogo fra il R’n’B con varie sfumature – più ritmiche, esotiche, latine – e il sound partenopeo, dove ovviamente non manca il rap: «Il punto di incontro è la pura melodia, a differenza della musica italiana in generale, quella partenopea ha delle radici multietniche che comprendono scale molto simili a quelle arabe e africane. Queste, insieme alla lingua napoletana, permettono di muoversi con metriche e fraseggi molto simili a quelli utilizzati dalla musica R’n’B. Anche le tematiche sono molto vicine, spesso riguardanti sentimenti, passione amore e storie di quartiere». E infatti le donne, o meglio il suo rapporto con loro, è il soggetto di questo album. Ci sono i sentimenti ma (per fortuna) pochi sentimentalismi. Balza all’occhio però che, a parte Sofi De La Torre (Crireme), tutti i feat sono uomini (Enzo Dong, Peppe Soks, Giaime), correndo il rischio di squilibrare il racconto dell’universo femminile: «L’amore è il sentimento più cantato perché è onnipresente nelle nostre vite. Ho preferito parlare dei sentimenti piuttosto che della solita “strada” per ottenere credibilità. C’è già troppo odio nella musica urban di oggi».
L’idea iniziale era quella di coinvolgere solo donne nel progetto: «Ma purtroppo per una questione pratica non è stato possibile, quindi ho scelto uomini innamorati o comunque segnati dall’amore per una donna». Anomalo è stata anche la modalità d’uscita, con 5 singoli, ma il brano che ci dice riassumere l’album è la title track Femmena, feat Nicola Siciliano. È un brano estivo, forse pensato con altre tempistiche e che è orfano dei feedback live: «Fortunatamente con i social si riesce ad avere un contatto diretto con gli ascoltatori e le reazioni sono immediate, resta il fatto che l’elemento live è certamente insostituibile».

NEI PEZZI c’è tanto della sua città e dei quartieri dove è cresciuto. È un periodo difficile per Napoli, con le complessità sanitarie e sociali della pandemia e la scomparsa di uno dei suoi idoli, Maradona. Eventi che possono influire sull’uscita e la riuscita del disco: «La situazione non ha influito tanto sulla realizzazione e la pubblicazione del disco (scritto durante il lockdown, ndr), piuttosto sulla parte che preferisco e per la quale concepisco i brani in un certo modo, cioè i concerti. Quelli saranno sicuramente una grossa assenza. La scomparsa del D10S ha lasciato sicuramente un vuoto enorme nel mio cuore e in quello di tutti i napoletani, ma l’eredità che ci ha donato Diego va oltre il calcio».