Col contagocce ma liberi. Col contagocce e anche grazie al peso della diplomazia. Un po’ alla volta infatti il tribunale di San Pietroburgo, che ha in mano il caso dei trenta attivisti di Greenpeace arrestati nell’Artico per la protesta contro una piattaforma offshore, li sta lasciando andare. Tra questi, rivedrà la libertà anche Christian D’Alessandro, l’unico italiano del gruppo.

Dopo il rilascio lunedi di tre attivisti russi (il fotografo freelance Denis Sinyakov e i russi Andrey Allakhverdov Yekaterina Zaspa, rispettivamente giornalista radiofonico esperto di temi ambientali e medico), il tribunale ha concesso la liberazione, oltre a Christian D’Alessandro, a Sini Saarela (Finlandia) Francesco Pisanu (Francia) Miguel Orsi e Camila Speziale (Argentina), Ana Paula Maciel (Brasile), David Haussman (Nuova Zelanda) e Tomasz Dziemianczuk (Polonia). Per tutti la cifra da pagare è fissata in due milioni di rubli (circa 45mila euro) che Greenpeace ha già detto di essere disposta a pagare. Un’altra corte ha invece esteso la custodia cautelare di un attivista australiano, Colin Russell, per altri tre mesi. Quanto alla nave, la “Artic Sunrise” resta invece per ora sequestrata e sotto fermo militare.

La somma per la liberazione va versata entro il 27 novembre e per D’Alessandro potrebbe essere anticipata dalla nostra ambasciata a Mosca. Gli attivisti potranno lasciare la Russia in attesa del processo, ma saranno obbligati dalla legge a ritornare se dovessero essere convocati, ha spiegato alla Reuters Alexander Mukhortov, legale di alcuni di loro tra cui D’Alessandro. La famiglia lo ha saputo prima dalla sorella di Christian e poi direttamente dal premier Enrico Letta. Il padre dell’attivista ha detto all’Ansa che sta preparando le valigie per andare a prenderlo.

La diplomazia e la pressione internazionale non sono probabilmente estranei alla decisione del tribunale: Greenpeace ha promosso una campagna (attiva sul sito dell’organizzazione internazionale) e i governi si sono mossi abbastanza rapidamente. E non è forse un caso se la prima sulla quale ieri mattina si è decisa la liberazione su cauzione è proprio la brasiliana Ana Paula Alminhana Maciel: domani infatti arriva a Mosca Luiz Alberto Figueiredo, ministro degli Esteri del Brasile. È il suo primo viaggio ufficiale a Mosca dove incontrerà il suo omologo Sergei Lavrov. In agenda, dice la stampa brasiliana, Figueredo aveva il dossier Greenpeace. I ministri dei due Paesi – che fanno parte dei Brics, con India, Cina e Sudafrica – devono tra l’altro discutere del patto di partenariato strategico che Brasilia e Mosca hanno siglato nel 2002. La liberazione di Maciel è stata sicuramente accelerata anche per levare una possibile spina dal colloquio.

Oggi, sempre a San Pietroburgo, si discuterà la richiesta di liberazione su cauzione di due dei sei cittadini britannici arrestati: l’attivista Alexandra Harris e l’operatore video freelance Kieron Bryan.

Lettera22