Il nuovo romanzo di Paul Auster, intitolato 4321, potrebbe essere un racconto di calcio. La biografia di Ancelotti e del suo schema, il 4-3-2-1 che l’ha reso famoso. Non lo è, ma potrebbe esserlo. Nel libro di Auster, infatti, si raccontano le quattro possibili vite del protagonista, Archie Ferguson, tutte plausibili, tutte destinate in qualche modo ad incrociarsi tra di loro. Così come la Nazionale italiana di calcio, al termine del doppio spareggio con la Svezia per accedere ai Mondiali di Russia 2018, può aprire quattro differenti sliding doors. 4) Essere eliminata giocando male. 3) Non riuscire a qualificarsi per sfortuna o eventi imprevedibili. 2) Farcela per il rotto della cuffia, senza merito. 1) Andare in Russia con una grande prestazione. Dopo la partita di andata di stasera alla Friends Arena di Solna, e il ritorno di lunedì sera a San Siro, i molteplici esiti disegneranno quattro possibili mondi differenti. A noi sarà concesso conoscerne solamente uno. E non è detto sarà il migliore. Intanto, è bene vedere come arriviamo a questa doppia sfida. La Svezia è avversario facile, nei gironi di qualificazione è arrivata davanti all’Olanda, ma in fondo gioca il solito, scolastico, noioso, calcio nordico, dove il 4-4-2 è dogma e lo stipendio medio, nota Repubblica, è 8 mila euro lordi al mese. Quello che Buffon guadagna a colazione.

Al di là dei facili populismi, dopo l’ascensione nel Valhalla del sommo Ibrahimovic, unico fuoriclasse dai tempi preistorici di Nordahl e compagnia, prendiamo atto che i migliori tra gli svedesi sono un centravanti che gioca negli Emirati Arabi, un centrocampista che ha fatto una buona stagione a Lipsia e un difensore riserva del Manchester United che non ha mai visto il campo. Di fronte, un’Italia che al momento del sorteggio era assai lieta di accontentarsi del secondo posto dietro la Spagna, ma oggi non può esserlo. La batosta senza appello di Madrid, il pareggio con la Macedonia e le orrende vittorie contro Albania e Israele, hanno ridimensionato le ambizioni azzurre. E così il commissario tecnico Ventura, «commissariato» dalla vecchia guardia, ha abortito il suo malfunzionante marchio di fabbrica del 4-2-4 e si è rifugiato tra le braccia del 3-4-1-2, variante ultra difensiva del romanzo di Auster che porta oltretutto al sacrificio di Insigne, il nostro miglior talento. Scomparsa anche ogni velleità di ringiovanire il gruppo, stasera in campo 7 azzurri su 11 (Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, De Rossi, Parolo, Candreva) avranno più di 30 anni.

Le molteplici e possibili vite di questa nazionale si sono quindi ridotte alla più prudente, l’usato sicuro ma non troppo. La difesa, da sola, sfiora i 150 anni. I possibili esiti del doppio confronto porteranno quindi a reazioni altrettanto replicabili e prevedibili. 4) Urla e strepiti. Cambiare tutto perché non cambi nulla. Sarà dimesso Tavecchio, sostituito Ventura. Al loro posto, l’ennesimo presidente federale espressione del gruppo di potere che da anni tiene in ostaggio il calcio italiano e ne impedisce lo sviluppo, il solito tecnico amico dei procuratori e quindi con buona stampa.

3) Qualche giorno di gogna mediatica nei confronti del gruppo, poi si troverà un capro espiatorio. L’arbitro, un giocatore. E durante Russia 2018 passeremo le giornate a maledirlo. 2) Blande critiche al fatto di avere faticato contro la Svezia e poi lodi, celebrazioni, esaltazioni. Saremo di nuovo i migliori del mondo. Continueremo a raccontarci che i nostri difetti sono la nostra forza, dimenticandoci che da due Mondiali consecutivi usciamo ignominiosamente al primo turno. Nessun serio piano di riforma di un sistema che in questi giorni è stato criticato dagli stessi svedesi, che si sono affrettati a ricordarci come oramai la Serie A, priva di appeal e di campioni, non la segua più nessuno. Come i nostri fatiscenti stadi non reggano il confronto con i loro. E così via.

1) Squilli di tromba e rulli di tamburi. A Giugno ci autorappresenteremo come squadra favorita al Mondiale. Tavecchio santo subito, a Lotito salvacondotti eterni, a Ulivieri la segreteria della Cgil, a Buffon un sottosegretariato alla Difesa nel prossimo governo. Forse, nemmeno nel romanzo di Paul Auster i possibili scenari futuri sono così devastanti. Intanto, Forza Italia.