Al termine di una giornata in cui ha sentito alcuni leader europei tra i quali la cancelliera tedesca Angela Merkel, Paolo Gentiloni fa l’unica cosa che il premier di un governo senza pieni poteri può fare: ribadire la fedeltà agli alleati, a partire da Stati uniti, Francia e Gran Bretagna, senza però per questo trascinare il Paese in un intervento armato. «L’Italia non parteciperà ad azioni militari in Siria» comunica il premier ai suoi interlocutori, ai quali però assicura che Roma continuerà a fornire supporto logistico alle forze alleate, come previsto dagli accordi internazionali e bilaterali in vigore. Per quanto riguarda una possibile soluzione alla crisi siriana, per Gentiloni questa potrà venire solo dando spazio alle Nazioni unite, a Staffan De Mistura, inviato speciale Onu per la Siria, e ai tavoli negoziali.

L’italia non concederà dunque agli Stati uniti l’autorizzazione per usare le basi di Aviano e Sigonella come punto di partenza per azioni di guerra nel Mediterraneo. Viceversa potranno essere usate dagli aerei cisterna che serviranno a rifornire in volo bombardieri strategici e caccia e vi potranno atterrare anche gli aerei in avaria, compresi quelli impegnati in azioni di combattimento. Inoltre sarà garantita la sicurezza delle basi, cosa che per altro avviene già oggi.

La decisione presa alla fine da Gentiloni va in direzione contraria a quanto affermato finora dal Pd e concede invece molto a Lega e 5 Stelle. Con Matteo Salvini che al termine dell’incontro con il presidente Mattarella usa toni molto più moderati rispetto a quelli impiegati solo ventiquattrore prima, quando era arrivato a parlare di «notizie false per sganciare altre bombe» quelle provenienti dalla Siria. Ieri il leader della Lega ha invece voluto rassicurare il capo dello Stato circa la fedeltà alla Nato pur ribadendo la sua contrarietà ad avventure militari. «Per quanto riguarda la Siria – ha detto infatti – pur ribadendo gli obblighi alla lealtà all’alleanza atlantica siamo fortemente contrari a qualsiasi azione unilaterale». Parole in linea con quanto afferma poco dopo Luigi Di Maio: «La nostra intenzione al governo di questo Paese è restare a fianco dei nostri alleati e restare in un’ottica di pace», dice il leader pentastellato ribadendo per l’ennesima volta come l’unica via percorribile per risolvere la crisi siriana sia quella diplomatica.