Onorevole Ivan Scalfarotto, come pensa di far fronte alla pioggia di emendamenti ostruzionistici calati in commissione sulla sua legge?

Sono 400 emendamenti, circa. Chiediamo di ritirarli perché è un testo che non fa altro che estendere la legge Mancino anche all’omofobia e alla transfobia.

Il nodo principale sta non tanto sull’introduzione della nuova fattispecie di reato quanto sull’aggravante, è così?

L’estensione dell’articolo 1 della legge Mancino, quello che finora prevede solo i reati legati all’odio razziale, politico e religioso – violenza, istigazione, discriminazione e costituzione di gruppi con queste finalità –, è stata già firmata anche dal mio correlatore Antonio Leone, del Pdl. Siamo a posto. Il problema sta nell’articolo 3, quello che contempla l’aggravante dell’odio – razzista, xenofobo e ora anche omofobo e transfobo – per reati già esistenti, come percosse, lesioni, tentato omicidio. Su questo non abbiamo ancora trovato un testo condiviso.

È un tema che sta spaccando il Pdl…

In realtà in commissione Giustizia il capogruppo Costa e il senatore Leone sono in linea. La maggior parte degli emendamenti e delle obiezioni l’hanno invece sollevate i parlamentari esterni alla commissione che hanno partecipato ai lavori. L’onorevole Pagano da solo ha presentato 200 emendamenti. Ma ci sono sfumature di posizione all’interno di ogni gruppo politico.

Eppure questa non è una legge partigiana ma di civiltà, che deve diventare patrimonio dell’intero Paese. Il fatto che l’Italia sia uno dei pochi Paesi europei a non avere una legge che punisca simili reati è una delle gravi anomalie in tema di diritti. È qualcosa che non riguarda solo la sinistra italiana. Se riusciamo – come nel caso del femminicidio – a trovare un testo in cui l’intero parlamento si ritrovi, ridaremo credibilità a una politica che non ne ha più.

Quali sono le principali obiezioni?

Stiamo lavorando per superarle, tenendo conto di tutti i punti di vista, lungo la strada segnata dalla Convenzione di Istanbul già ratificata. La maggior parte degli emendamenti riguardano la terminologia: si discute se sia meglio utilizzare il termine transfobia, identità di genere, e così via. Stiamo verificando tutti gli emendamenti, anche quelli solo ostruzionistici, per essere sicuro di utilizzare

le tecniche legislative per rendere la norma più chiara e applicabile possibile.

Il senatore Giovanardi ha chiamato la sua legge «una follia eterofoba».

Non penso che sia così. Come dire che la legge Mancino è contro le persone di pelle bianca. Stiamo parlando di una legge del ’93 già ben rodata, non è uno strumento giuridico sconosciuto nei suoi risvolti. Sul razzismo e la xenofobia ha funzionato molto bene, è stata vagliata da molte corti e varie volte dalla Cassazione. Escludo che introduca reati di opinione; è un tema su cui dovremmo trovare ampia convergenza, a meno che non ci sia qualcuno che stia dalla parte dell’odio.

C’è ancora oggi chi chiede una moratoria sui temi etici per salvare il governo delle larghe intese. E per alcune ore il governo è sembrato a rischio, a causa di questa norma.

Nulla si può escludere, ma non credo. Comunque, la moratoria sui diritti civili dura nel parlamento italiano da 35 anni. Dopo la legge sull’interruzione di gravidanza non abbiamo più varato grandi leggi sui temi dei diritti. E anzi, quando è successo lo si è fatto in senso restrittivo, come nel caso della fecondazione assistita. Di questa legge se ne discute dal ’93 e molto se n’è parlato anche durante la scorsa legislatura. Non capisco proprio il perché della moratoria. E d’altra parte si tratta di diritti delle persone, non di temi etici. Come sempre, ogni opinione è giusta e legittima, ma questa legge non è di parte: ci fa diventare un Paese più rispettoso e inclusivo.

I falchi del Pdl sostengono che non è il momento: la priorità è l’economia.

Tutti i temi sono prioritari. Dobbiamo legiferare sulla vita delle persone a tutto tondo, quando sono lavoratori e come portatori di diritti civili e umani. La politica non può occuparsi solo della metà della vita delle persone.

Il senatore Gasparri sostiene che è incostituzionale.

Non credo proprio. Abbiamo lavorato per evitare le pregiudiziali di costituzionalità che fecero bocciare la legge Concia, riguardanti il principio di uguaglianza e il principio della tassatività della norma penale: gli articoli 3 e 25 della Costituzione.