Riparare i danni della crisi climatica in Italia ci è costato 13,3 miliardi di euro negli ultimi 9 anni. Però, se avessimo investito in politiche di prevenzione avremmo speso il 75% in meno, perché si sa che prevenire è meglio che curare.

Nelle ultime ore dei negoziati Onu sul clima in corso a Sharm El Sheik, i dati del rapporto “Il clima è già cambiato” realizzato dall’osservatorio CittàClima di Legambiente con il gruppo Unipol, suonano come un monito al governo Meloni e al suo ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin affinché, oltre ad assumersi responsabilità a livello internazionale, aggiornino e approvino il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) – e un suo fondo di dotazione – bloccato in qualche cassetto dal 2018, quando al governo c’era Paolo Gentiloni e all’Ambiente Gian Luca Galletti.

I numeri che fotografano gli effetti del caos climatico sull’Italia sono drammatici: nei primi dieci mesi del 2022, si sono verificati 254 fenomeni meteorologici estremi, +27% rispetto al totale del 2021. Visti in una prospettiva più lunga, dal 2010 al 31 ottobre 2022, gli eventi estremi sono stati 1.503, con 780 comuni colpiti e 279 vittime. Le regioni che hanno subito maggiori danni sono state Sicilia (175 eventi estremi), Lombardia (166), Lazio (136), Puglia (112), Emilia-Romagna (111), Toscana (107) e Veneto (101).

Dei 1.503 fenomeni estremi, 529 sono stati casi di allagamenti da piogge intense: questi salgono a 768 se si considerano gli effetti collaterali di altri eventi estremi, quali grandinate ed esondazioni; 531 i casi di interruzione alle infrastrutture con 89 giorni di blocco di metropolitane e treni urbani, 387 gli eventi con danni causati da trombe d’aria. A subire i danni maggiori sono soprattutto le grandi città: a Roma si sono verificati 66 eventi, 6 solo nell’ultimo anno, di cui ben oltre la metà, 39, hanno riguardato allagamenti a seguito di piogge intense. Bari ha subito 42 eventi, principalmente allagamenti da piogge intense (20) e danni da trombe d’aria (17). Agrigento ha contato 32 casi, di cui 15 allagamenti, Milano 30, di cui almeno 20 per le esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro.

“Nella lotta alla crisi climatica – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – da troppi anni l’Italia sta dimostrando di essere in ritardo. Continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse, e non approva il Piano nazionale di adattamento al clima. È fondamentale approvare questo strumento entro fine anno, ma anche definire un programma strutturale di finanziamento per le aree urbane più a rischio, rafforzare il ruolo delle autorità di distretto e dei comuni contro il rischio idrogeologico e la siccità, approvare la legge sul consumo di suolo, e cambiare le regole edilizie per salvare le persone dagli impatti climatici e promuovere campagne di informazione di convivenza con il rischio per evitare comportamenti che mettono a repentaglio la vita delle persone”.

La siccità non ha fatto meno danni delle piogge intense: secondo i dati di Isac-Cnr, nei primi sette mesi di quest’anno le piogge sono diminuite del 46% rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Nelle campagne i costi per le risemine e per l’irrigazione sono ammontati a 9 miliardi. La mancanza di acqua dolce ha provocato il fenomeno del cuneo salino, ovvero la risalita di acqua salata dalla costa verso l’entroterra, che nel Delta del Po di Goro è arrivato fino a 39 km dalla costa, con impatti pesanti sull’ecosistema.

Ripercussioni gravi si sono avute anche nella produzione di energia idroelettrica, che ha segnato un calo del 37,6% nel periodo gennaio-settembre rispetto allo stesso periodo del 2021 a causa delle scarse precipitazioni che hanno fatto registrare negli invasi i livelli più bassi degli ultimi 50 anni. La mancanza di acqua per i circuiti di raffreddamento ha fatto spegnere la centrale termoelettrica di Sermide (Mantova), mentre altri impianti hanno dovuto ridurre i livelli di produzione. Il caos climatico ha poi pesanti effetti sulla salute umana: secondo un report del Ministero della Salute nel mese di luglio in Italia la mortalità è aumentata del 29%, con picchi del 41% nelle città del Nord.