L’Italia esce sconfitta 21-23 dallo Stade de France nel match di esordio nel Sei Nazioni 2016. Due miseri punti di scarto separano la squadra azzurra da quello che sarebbe stato il suo primo storico successo in terra francese nella storia del torneo.

Ci sono rimpianti e ci sono recriminazioni. I rimpianti sono per i 25 minuti del secondo tempo trascorsi avanti nel punteggio, con un vantaggio di 8 punti e un avversario visibilmente alle corde. Le recriminazioni riguardano un paio di decisioni arbitrali, soprattutto un mancato intervento dell’irlandese JP Doyle su un placcaggio alto su Parisse, con il proseguo dell’azione che consentiva ai francesi di operare il sorpasso decisivo. Ma le recriminazioni sono dettagli, soprattutto quando hai commesso troppi falli, hai riconsegnato troppe volte la palla agli avversari, hai male amministrato un vantaggio tanto prezioso e insperato.

Si darà la colpa all’inesperienza, e sarebbe un errore. Non possono essere quattro esordienti e la loro verde età a segnare i destini di una partita quando disputi per la diciassettesima volta un torneo importante come il Sei Nazioni. La gestione del pallone, la scelta delle opzioni di gioco – ah, quei calcetti a spiovere regolarmente ghermiti da mani avversarie quando invece bisognava insistere con la palle calciate basse e più difficilmente addomesticabili… -, la disciplina nei punti di incontro, sono tutte fasi tecniche essenziali nel rugby: se le sai fare bene puoi vincere, altrimenti perdi e non c’è arbitro che tenga.

La Francia ha giocato male. Ha rischiato la sconfitta. Forse ha avuto anche paura. Ma nei momenti decisivi ha saputo mettere pressione sugli azzurri e segnare punti importanti: le due mete di Vakatawa e Chouly nel primo tempo, la meta di Bonneval che ha ridotto a un solo punto lo svantaggio, i calci piazzati di Plisson che le hanno consentito per ben due volte di ritornare avanti.

Per il rugby champagne e per la grandeur bisognerà invece aspettare ancora: il ricco e grasso campionato francese ha sì attirato campioni da tutte le parti del mondo, ma tanta opulenza si sta rivelando un problema anziché una soluzione.

Non era partita male, l’Italia.

Un drop di Canna dopo otto minuti l’aveva subito portata avanti (3-0). Alla replica dei bleus (Vakatawa al 14’, 3-5) aveva risposto dieci minuti dopo la meta di Parisse che aveva finalizzato una maul conseguente a una rimessa nei 22 metri: 8-5. Poi arrivava la meta di Chouly (8-10) e poco prima dell’intervallo era Campagnaro ad andare a un passo dalla segnatura, con l’ovale schiacciato a pochi centimetri dalla linea di meta. Tutto sommato non c’era di che lamentarsi: i bleus giocavano un rugby opaco e non dilagavano, gli azzurri sbagliavano molto, non centravano i pali nelle rare occasioni utili, ma rimanevano in partita.

Dopo 3’ dalla ripresa del gioco un piazzato di Canna riportava avanti l’Italia (11-10) e dopo altri due minuti una bella azione d’attacco di Sarto, Parisse e Gori, consentiva al nostro mediano di apertura di mettere a segno la sua prima meta in nazionale. Con la trasformazione l’Italia era avanti di 8 punti (18-10).

La Francia barcollava. Per venti minuti sbagliava quasi tutto, rigettata all’indietro dai calci di spostamento e dai “grabber” degli azzurri. Il pubblico dello Stade de France, riaperto dopo gli attentati del 13 novembre scorso, era ammutolito e preoccupato.

Poi l’Italia cominciava a sbagliare. Tre palloni consecutivi venivano regalati agli avversari, liberi di contrattaccare in campo aperto, e alla fine giungeva la meta di Bonneval e il penalty di Plisson che sancivano il sorpasso (18-20). Un piazzato di Haimona riportava ancora avanti gli azzurri (21-20), ma il vantaggio durava poco e due minuti più tardi ancora Plisson segnava il definitivo 21-23. Ultimi minuti con le vane cariche degli azzurri sulle trincee dei francesi e l’ultimo, generoso e disperato tentativo di drop di Parisse: nulla da fare.

Rimpianti, rimpianti e ancora rimpianti.

Sabato prossimo l’Italia attende l’Inghilterra all’Olimpico di Roma. Ieri gli inglesi si sono aggiudicati la Calcutta Cup andando a vincere (15-9) al Murrayfield contro gli scozzesi. Partita fisica, battaglia vera, successo meritato.

Oggi tocca a Irlanda e Galles.