I contagi continuano a crescere ma meno rapidamente rispetto alle scorse settimane. Ieri sono stati 179.106 con 1.117.553 tamponi molecolari e antigenici (16%). 373 i decessi e nove le persone in più in terapia intensiva.
Il monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia realizzato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) ha rilevato un indice Rt, che indica la probabilità di trasmissione del virus, di 1,31 per i sintomatici e poco sopra l’1 per le ospedalizzazioni. Entrambi sono oltre il limite pandemico di 1, ma hanno rallentato. Negli ultimi sette giorni i positivi ogni 100 mila abitanti sono stati 2.011. Erano 1.988 la settimana precedente e 1.669 quella ancora prima. Numeri che sembrerebbero indicare una stabilizzazione della curva.

Comunque per l’Iss «si conferma una situazione epidemica acuta» e «segnali plurimi di allerta a livello regionale nelle attività di sorveglianza e indagine dei contatti». Le occupazioni di posti in terapia intensiva hanno raggiunto la media del 17,3% (1.698 ricoverati) e del 31% in area medica. Dati oltre la soglia critica che invitano a «evitare un aggravamento ulteriore delle condizioni di sovraccarico dei servizi sanitari, già oggi fortemente impegnati».

Le età medie registrate per i diversi eventi legati al Covid-19 sono di 38 anni per l’infezione, 70 per l’ospedalizzazione, 67 per il ricovero in terapia intensiva e 81 per il decesso. Segno che si muore soprattutto nei reparti ordinari, dal momento che l’intubazione presenta alti livelli di rischio per le persone più anziane.

Alla luce del monitoraggio settimanale, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che manda in zona gialla Puglia e Sardegna e in arancione Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia.
Dall’inizio della pandemia in Italia i contagi sono stati 9.603.856 e i decessi 142.963.