Dopo il ritiro delle candidature dell’imprenditrice anti-racket Valeria Grasso e dell’attivista di Peacelink Antonia Battaglia, la lista «L’Altra Europa con Tsipras» propone la candidatura nel collegio Sud di Domenico Gattuso – referente di Alba in Calabria e attivista delle lotte contro i trasporti equo-sostenibili e le grandi opere – e di Alfio Foti – fautore della «Carovana antimafie» e promotore della candidatura di Rita Borsellino a presidente della regione Sicilia nel 2006.

Dopo Milano, la raccolta delle firme (obiettivo 150 mila) è iniziata nel fine settimana in tutto il paese, a cominciare dalle città: Torino, Roma, Napoli, Bologna, Rimini, Pomigliano, Ancona. «La raccolta sta andando benissimo nel centro-nord – afferma uno dei «garanti» Guido Viale – è un po’ in ritardo a Sud ma contiamo di recuperare. Abbiamo l’impressione di un’adesione al di sopra delle aspettative, ora che le liste sono definitive e note. Dipende dalla qualità dei candidati e dal fatto che siamo l’unica lista italiana con un programma europeista e anti-austerity».

Nelle ultime ore sono tuttavia continuate le polemiche sul ritiro delle candidature di Grasso e Battaglia. Domenica, Grasso ha reso pubblica una «lettera ai garanti» (Spinelli, Camilleri, Flores, Viale, Revelli, Gallino) dove ha ribadito le sue critiche ai garanti «così sicuri dal mettermi prima in lista, così insicuri dal prendere posizione rispetto a quanto comunicato a mezzo stampa». «Pensavo di essere stata scelta per la mia storia, pubblica e accessibile a tutti, anche a loro che hanno accettato il mio nome». Grasso ha spiegato di non volere partecipare «alla gara a chi è il rappresentante dell’unica antimafia giusta» e per questo «non ci ho pensato due volte» ad accettare l’invito di Fratelli d’Italia (che ha provocato la sua rinuncia alla lista); del blog di Beppe Grillo; di fare da testimonial al corteo contro la Fini-Giovanardi. Grasso si rivolge ai sostenitori che le chiedono di ripensarci Non è chiaro ancora se si candiderà altrove. L’altra grana per la lista Tsipras scoppia al pomeriggio quando MicroMega ha diffuso in un comunicato stampa (pubblicato anche sul sito) una seconda lettera dove l’attivista di Peacelink Antonia Battaglia ribadisce a Paolo Flores D’Arcais le ragioni che l’hanno portata a ritirare la sua candidatura. A questo Flores ha aggiunto una sua mail agli altri garanti in cui denuncia di non avere ricevuto un’altra lettera dove Battaglia insieme a Alessandro Marescotti (Peacelink) e Riccardo Rossi («Brindisi Bene comune») ponevano una conditio sine qua non: nella lista Tsipras non avrebbero dovuto esserci esponenti di partiti, e in particolare di Sel, il partito del governatore della Puglia Vendola molto criticato dagli ambientalisti tarantini per le sue posizioni sulla vicenda Ilva. In questa corrispondenza, resa pubblica per evidenziare probabilmente un intento polemico tra i garanti, Flores solleva un’accusa di «disinformacija che getta irreparabile discredito sulla lista». Sul sito della lista la notizia dei ritiri di Battaglia e Grasso sarebbe stata data, a parere di Flores, in maniera lacunosa e «insultante». Affermazioni a cui Viale risponde: «Il caso Grasso si è risolto nel migliore dei modi, sia pur con vena polemica, si è resa conto dei problemi che creava agli altri candidati. La candidatura di Foti riscontra un consenso tra i movimenti e per il suo impegno anti-mafia. Battaglia è invece una nostra sconfitta. Eravamo felici per una candidatura che abbiamo sollecitato, non siamo riusciti a trovare un accordo. Le vicende che hanno occupato il comitato dei garanti, note dai comunicati di Micromega e dal nostro sito, hanno fatto si che non si è riusciti a trovare un accordo sulle richieste di Battaglia e il carattere inclusivo della lista. Le accuse a Vendola non sono state oggetto delle nostre discussioni. Ciascuno è libero di pensarla come vuole».