Sulle macerie lasciate nell’Altra Europa con Tsipras dalle polemiche sulla scelta di Barbara Spinelli che ha optato per il seggio all’Europarlamento, contraddicendo l’impegno preso in campagna elettorale e scatenando un aspro conflitto con Sel, una delle realtà che ha sostenuto attivamente la lista elettorale raccogliendo più di 30 mila voti con Claudio Riccio a Sud e Alessandra Quarta nel Nord-Ovest prova a ripartire. La campagna si chiama Act! – Agire Costruire, Trasformare – e raccoglie giovani, studenti e precari che tra il 2008 e il 2010 hanno partecipato alle lotte contro la riforma Gelmini di scuola e università.

Sono ragazzi sotto i trent’anni, cresciuti nel ventenio berlusconiano che si sono politicizzati nei movimenti, oggi impegnati nelle lotte sociali, nel sindacato e nelle associazioni antimafia. Hanno deciso di incontrarsi a Roma il 29 giugno spinti dall’esigenza di fare politica democraticamente e dalla critica alle oligarchie e all’elitismo della sinistra. L’assemblea ha un titolo programmatico: «un tuffo senza rete», vuole rispondere alla richiesta, non solo generazionale, di fare piazza pulita di tutele intellettuali, potestà simboliche e posizionamenti tattici o di partito che danno alla sinistra italiana l’attrattiva di un burocrate rissoso nella teca di un museo.

In vista dell’assemblea ri-costituente programmata dalla lista Tsipras il 19 luglio, Act! intende attraversare la palude proponendo un forum di consultazione tra i comitati territoriali e i giornalisti Spinelli e Curzio Maltese e l’esponente di Rifondazione Comunista Eleonora Forenza eletti in Europa; alleanze tra le sinistre europee del Gue, i movimenti come Podemos in Spagna e la «base» che si sta auto-organizzando in Italia; strutturare luoghi di decisione democratica affinché un aggregato politico ancora informe partecipi alle battaglie politiche e sociali nel semestre europeo a guida italiana. A cominciare dalla manifestazione contro il Jobs Act prevista a Torino l’11 luglio in occasione del vertice europeo sulla disoccupazione giovanile.

«Le polemiche postelettorali non sono state il prodotto solo della scelta contraddittoria di Spinelli – afferma Claudio Riccio – ma soprattutto della mancanza di democrazia nella lista. I garanti sono stati superati come ha detto saggiamente Marco Revelli. Erano legati ad uno stato di eccezione che oggi non c’è più». È possibile ricominciare dopo che la lista si è trasformata in un flame grillino in rete nell’ultima settimana? «Non possiamo permettere a nessuno di chiudere uno spazio politico estraneo all’unanimismo mediatico e politico delle larghe intese – risponde Riccio – Dobbiamo cogliere le istanze che chiedono di rafforzare il conflitto sociale insieme all’esigenza di un’organizzazione in grado di stare anche nella sfera istituzionale».

«L’importante è non mettersi a parlare di organigrammi interni che ammazzano la sinistra con la loro autoreferenzialità – aggiunge il ricercatore precario Lorenzo Zamponi – Ripartiamo dalle pratiche e rispettiamo i percorsi di movimento già esistenti. L’11 luglio a Torino è un’occasione per questa lista, sostenere chi ci sta lavorando mi sembra il minimo».

Ad Alessandra Quarta, dottoressa di ricerca in diritto civile, chiediamo se Barbara Spinelli e gli altri eletti sono stati invitati. «Mi auguro che tutti si presentino, anche all’assemblea nazionale del 19 luglio – risponde – Dobbiamo rendere più inclusivo il progetto. Non possiamo pensare alla conservazione di un milione di voti, ma piuttosto creare una forza capace di mordere su questioni concrete. In una parola dobbiamo tornare a fare politica». Ci riuscirete? «Stiamo giocando sul filo» risponde Quarta. I tuffi sono importanti, quello che conta è l’atterraggio.